“Zaia attivi un tavolo, il Governo ci sarà” (Gazzettino)

baretta veneto banca«Serve un disegno del Veneto sul Veneto». È con questa idea in testa che Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia e alle Finanze, entra in sala Legni, al quarto piano di palazzo Ferro Fini, per farsi “interrogare” dalla commissione d’inchiesta sul sistema bancario veneto istituita dal consiglio regionale e presieduta dal tosiano Maurizio Conte. Baretta avrebbe potuto rifiutarsi, esattamente come ha fatto il presidente uscente del Banco Popolare di Vicenza Stefano Dolcetta (con la motivazione che era già stato audito a gennaio dalla prima commissione consiliare) al contrario di Veneto Banca, ma l’esponente del Pd del Governo Renzi aveva da lanciare una proposta e non si è lasciato sfuggire l’occasione. L’idea è quella di un tavolo con tutti i soggetti interessati e «se questo tavolo – dice Baretta – lo attivasse la Regione, il Governo è disponibile a intervenire».
Ai consiglieri regionali veneti che da quattro mesi stanno cercando di capire cos’è ruotato attorno a Veneto Banca e alla Pop di Vicenza e, soprattutto, come se ne può uscire con un sostegno alle imprese magari attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo, il sottosegretario lancia la proposta: «Sarebbe utile che attorno a un tavolo si trovassero tutte le parti del sistema creditizio veneto. Le Bcc. Le Popolari. Le Fondazioni bancarie. Ma anche gli imprenditori, gli investitori». E perché un tavolo del genere? «Perché – dice il sottosegretario all’Economia e alle Finanze – bisogna evitare la fuga dei depositi e un crollo delle forze di queste banche». Obiezione: le azioni sono già crollate. «È vero, le azioni valgono poco, ma le banche valgono ancora». Solo che il “coordinamento” non può escludere la politica e men che meno le istituzioni: «Se la Regione attivasse un tavolo, il Governo ci sarebbe». L’obiettivo di fondo, spiega Baretta ai consiglieri-commissari, è evitare che le banche falliscano. Poi bisogna capire se ci sono fonti di investimento e se gli azionisti sono stimolati a ritirarsi. Ecco perché «serve un disegno del Veneto sul Veneto», perché «si potrebbe ragionare dell’intero sistema creditizio regionale andando oltre le due banche in sofferenza. E se è vero che per gli altri istituti di credito potrebbe non esserci alcun rischio, «è meglio avere una strategia». Il sottosegretario puntualizza: «Uno dei problemi delle banche italiane è lo smaltimento delle sofferenze. Domandiamoci: questo quanto pesa sulle banche venete?».
Quanto al dramma dei risparmiatori che pensavano di avere messo da parte i soldi sudati in una vita e si sono trovati invece azionisti con un pugno di mosche in mano, Baretta annuisce: «Quello dell’informazione è un problema molto serio, sarebbe da cominciare sin dalle scuole. Ma bisogna anche semplificare i prospetti dei moduli delle banche e fare assistenza al cliente risparmiatore». Sul ruolo della Consob, Baretta non ha dubbi:«Che ci siano stati dei buchi nella vigilanza mi pare evidente. Così come sono stupito che non si sia provveduto ad azioni di responsabilità nei confronti del management di queste due banche».
L’idea del “tavolo” ai consiglieri veneti è piaciuta: «La disponibilità del Governo – dice il presidente della commissione, Maurizio Conte – sicuramente può essere utile per segnare un’unione di intenti che vada al di là dei colori politici». Istituita quattro mesi fa, la commissione ha terminato ieri le audizioni. Entro il 2 luglio sarà presentata una relazione che sarà poi discussa in consiglio regionale. Ma tutte le informazioni raccolte non resteranno a Palazzo Ferro Fini: «Ai magistrati trasmetteremo gli atti e tutto quanto ricevuto per la massima trasparenza».

Alda Vanzan

2016-06-14T11:56:38+02:00 14 Giugno 2016|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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