«Votare prima a Venezia? Perché no, tutti i partiti dovrebbero pensarci». Parola di Pier Paolo Baretta, autorevole esponente del Partito Democratico, che per primo raccoglie l’appello di Gianfranco Bettin.
L’ex assessore della Giunta di Giorgio Orsoni lunedì sera, dal palco del parco San Giuliano, aveva chiesto più volte al Pd di andare in fretta verso le elezioni e il suo intervento pare in effetti destinato a sollevare un dibattito all’interno del partito. Davanti al senatore Felice Casson e a Nicola Pellicani, entrambi possibili candidati alle primarie del Pd, Bettin aveva lanciato un forte messaggio politico: «Venezia sta vivendo il periodo peggiore degli ultimi 50 anni. E questo vuoto lascia spazio ai poteri forti. Il Pd non può lasciare la città in questa situazione per 9 mesi». E aveva concluso: «Preferirei avere una città amministrata da altri, almeno potrei fare opposizione».
Il messaggio trova sponda nel sottosegretario all’economia del governo Renzi, Pier Paolo Baretta, che pure dopo lo scandalo Mose si era detto contrario all’opportunità di anticipare le scadenze elettorali ma che dal suo sito internet proprio ieri ha comunicato di aver cambiato opinione. «L’appello perché a Venezia si voti presto per il sindaco va valutato seriamente da tutte le forze politiche – scrive Baretta – Io ero per votare alla scadenza naturale, per dare tempo alla città di riprendersi dopo la batosta del Mose. Ma constato che l’agenda dei problemi si infittisce ogni giorno: dal Contorta all’alta velocità in aeroporto, dal degrado urbano alla sicurezza, soprattutto a Mestre. Tutti temi che hanno bisogno di scelte politiche che vanno oltre il pur importante lavoro che sta facendo il commissario. La stessa positiva e importantissima partenza della mostra del Cinema si confronta con l’irrisolto problema della vertenza dei comunali che deve trovare al più presto una soluzione attraverso il confronto tra le parti».
Non è chiaro però se anticipare le elezioni sia possibile. «Bisognerà sicuramente fare una verifica legislativa – spiega Baretta – Una finestra ci sarebbe, ed è quella delle votazioni in Emilia Romagna, ma non sono certo che sia una possibilità anche per i comuni». In Emilia Romagna si voterà a novembre, tra poco più di due mesi, e nel Pd c’è chi pensa che sia troppo presto, soprattutto se si tiene conto del passaggio delle primarie. «Il tema però in questo momento è politico – continua Baretta – al di là delle elezioni, ci interessa sottolineare la necessità che il prezioso lavoro del commissario abbia anche risposte politiche». Il timore quindi non sarebbe, come qualcuno sostiene, quello che vengano attribuite al Pd e alla precedente amministrazione le lacune messe in luce, di volta in volta, da Zappalorto. «Assolutamente no – assicura Baretta – apprezzo il lavoro del commissario sul quale non voglio interferire. Semplicemente invito tutti i partiti ad essere più presenti e ad accompagnare Zappalorto nelle scelte, nel rispetto delle figure istituzionali. Perché lo scioglimento della giunta e del consiglio non comporta l’annullamento della politica». Unico dubbio, il problema dei costi. Un doppio appuntamento elettorale, prima per Venezia e poi per la Regione, potrebbe non essere gradito in ottica di spending review: «Questo è un problema reale e andrà considerato», conclude Baretta.
Sul fronte Pd non passerà peraltro inosservata la visita che il presidente Napolitano farà stamane alla Fondazione Pellicani, guidata da Nicola, figlio di quel Gianni che è stato uno dei migliori amici dell’attuale Capo dello Stato. Un gesto che potrebbe essere interpretato come un sostegno a uno dei nomi più gettonati per la corsa a sindaco di Venezia.
Melody Fusaro
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