L’idea piace. Da tutti è giudicata affascinante. Ma anche le difficoltà non mancano. Il merito del critico d’arte Philippe Daverio è stato quello di lanciare una nuova, suggestiva ipotesi per Venezia: farla diventare la “terza” capitale dell’Unione Europea. Insomma, dopo Bruxelles e Strasburgo, un po’ di spazio e di respiro per la Serenissima, sorta di “ponte” naturale tra il Continente, i Balcani generalmente intesi e il bacino del Mediterraneo. E così la proposta di Daverio annunciata domenica all’abbazia di San Gregorio in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Guardar lontano. Veder vicino” e rilanciata con un’intervista al Gazzettino, è stata accolta con interesse. Insomma, ha fatto breccia.
«Mi sembra una proposta suggestiva – sottolinea il sottosegretario dell’Economia, Pier Paolo Baretta – che pone efficacemente la questione del ruolo di Venezia in Europa. Al di là degli aspetti tecnici, credo che proprio la posizione geografica della città possa essere altresì utile.
Qui vedrei bene almeno l’opportunità per una sede di un’Agenzia europea come più volte detto in passato. E poi potrebbe essere non solo un’idea trainante per lo sviluppo urbano, Mestre, vedi anche lo sviluppo dell’area detta del “quadrante di Tessera” e Marghera, ma anche per il riassetto complessivo della città d’acqua e il recupero di aree e territori come le isole della Laguna. E tutto questo anche in un’ottica da “città metropolitana”.
E anche il governatore del Veneto, Luca Zaia esprime grande interesse. «Mi sembra – dice il presidente della Regione – un’idea suggestiva e affascinante. E molto intelligente. Venezia è già di per sè una capitale europea per antonomasia. Per storia, per civiltà, per nobiltà. Tutt’altra cosa, detto con tutto il rispetto possibile, di capitali come Bruxelles e ancora più di Strasburgo. Lo dico chiaramente anche con un battuta: “Più vicino all’Europa, più lontani da Roma”. E questo può e vuole essere anche un no deciso alla vergognosa “navetta” di burocrati tra Bruxelles e Strasburgo in occasione delle sedute dell’Europarlamento. E per Venezia, comunque, sarebbe utile un’Agenzia come spesso si è parlato negli anni».
Sulla proposta di Daverio è perplesso l’altro sottosegretario veneziano, Enrico Zanetti rintracciato – guarda caso – proprio a Strasburgo per un incontro ministeriale del semestre italiano: «Una terza sede come siamo abituati a concepirle (Bruxelles e Strasburgo, ndr) – dice – non sarebbe opportuna. Sarebbero costi insopportabili per un’Unione Europea già in difficoltà. Anche io penso che la soluzione possa essere quella di un’Agenzia: opportunità positiva per un rilancio della città dal punto di vista della riqualificazione e del ripopolamento urbano. Tutto ciò potrebbe essere salutare per il tessuto cittadino».
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