Sottosegretario Baretta, siamo davvero fuori dalla recessione?
Sì. Abbiamo dati certi e confortanti, soprattutto dall’esportazione. Sono dati fragili, non solidissimi, come i germogli di primavera non sono al riparo dalla gelata. Però ci sono.
Cosa serve per dare l’impulso definitivo?
Il Governo ha fatto alcuni interventi, il taglio dell’Irap. il Jobs Act, le misure per le piccole e medie imprese. Stiamo bucando il telone della burocrazia, per favorire la semplificazione. Servono investimenti, chiediamo alle imprese di avere fiducia.
Il modello Nordest è ancora efficace?
Lo è nel senso della molla che spinge a essere competitivi, ma va aggiornato. La capitalizzazione, le stesse dimensioni, sono elementi da ripensare. Non possiamo lasciare il piccolo imprenditore a girare il mondo da solo.
Gemata fa un quarto del fatturato con la Cina. Non è più un nemico da temere?
Anzi, è un partner fondamentale per il nostro Paese. Sono molto avanti per tecnologia e capacità produttiva. C’è un problema di diritti sociali, ma l’interscambio di conoscenze porterà a fare i conti con queste situazioni.
Lei viene dal sindacato. Perché i sindacalisti ce l’hanno tanto con il governo Renzi?
Il sindacato deve riprendere a respirare a pieni polmoni. Basta antagonismo, meglio la democrazia economica.
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