Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, lo dice con chiarezza: “Bisogna andare avanti. Con tutta la forza che abbiamo. C’è una città che è sotto gli occhi del mondo. E tutti si aspettano che sia governata. E questa, oggi più di ieri, è la nostra nuova sfida».
Sottosegretario non se le sembra di essere un po’ azzardato. A Ca’ Farsetti non ci sono mica dei trapezisti?
«E invece dobbiamo guardare avanti. Occorre che ci si stringa attorno al governo della città e portare avanti le istanze che fino a questo momento sono state avviate. Dobbiamo reagire: c’è il semestre europeo dell’Italia; c’è la Biennale che attira il mondo a Venezia; c’è la prossima scadenza del vertice europeo sul digitale in programma l’8 luglio…».
Rischiano di essere appuntamenti “mondani”. Ma la politica veneziana è azzoppata.
«Sono d’accordo con Simionato: ogni ritirata sarebbe un suicidio. Per tutti: politicamente e amministrativamente. Occorre ritrovare il senso di responsabilità al di là di ogni speculazione politica».
Intanto occorrerebbe riuscire ad avere un segnale sulle intenzioni di Giorgio Orsoni: sospensione o dimissioni.
«Certo. E trovo giusto che Simionato si faccia carico, attraverso la Procura, di avere un incontro con Orsoni, il quale ha in mano una serie di dossier fondamentali per la vita di questa città. C’è insomma un passaggio di consegne da effettuare».
A proposito il Pd ha preso le distanze da Orsoni dicendo che non è un sindaco iscritto al partito.
«Con Orsoni è stato fatto un percorso scelto e condiviso. Lo dico anche al mio partito: le responsabilità vanno accettate. E poi suvvia, vogliamo nasconderci dietro un dito? La gente chiede chiarezza e la pretende. E noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Anche perchè è indispensabile capire bene la situazione».
Sarebbe a dire?
«Sarebbe opportuno, e lo dico con grande chiarezza, che si facesse un bel distinguo tra i capi d’imputazione. Giusto che la Magistratura faccia il suo corso, ma i reati contestati vanno ben distinti. E poi lo dico a tutti quelli che urlano “dimissioni dimissioni” in un clima pre-elettorale: siamo solo di fronte al primo giro di indagini e interrogatori. Non siamo di fronte ad una sentenza!».
Ma sempre più gente chiede di andare al voto…
«E quando dovremmo farlo con gli occhi del mondo puntati addosso con la Biennale, con la Mostra del cinema? Discutiamo, lavoriamo, gestiamo la partita del bilancio comunale con il più ampio consenso. E comunque non spetta me decidere. Ma invito al ragionamento».
Simionato ha lanciato un appello affinchè il governo metta finalmente mano al dossier Venezia e le riconosca una “specificità”.
«E lo stiamo facendo discutendo della nuova legge speciale, affrontando il nodo delle grandi navi e della salvaguardia».
Sottosegretario, a conti fatti non sarebbe ora e tempo che vi fosse anche un ricambio generazionale nel Pd?
«Sono d’accordo. Venezia ha bisogno di rigenerarsi, di guardare avanti e avallare la nascita di una nuova e giovane classe dirigente. Solo così si potrà ricostruire il rapporto di fiducia con la gente».
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