Questa mattina l’on. Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia e Finanze, ha preso parte alla tavola rotonda nell’ambito dell’assemblea generale di Confindustria Belluno insieme al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e al presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Baretta ha evidenziato che non ci sono le risorse per rispondere a tutte le domande, seppur giuste: “É difficile recuperare tutte le risorse necessarie per Iva, Imu e cuneo contemporaneamente. Almeno per il 2013, mentre per il prossimo anno c’è la possibilità di migliori margini derivanti dall’uscita dalla procedura di infrazione. In questo quadro è necessario che tutti – governo, politica, parti sociali -, decidano le priorità. Il premier Letta insiste molto sulla priorità del lavoro. Se, ad esempio, si decidesse di rinviare l’Iva, senza annullarla completamente, è per cercare di contenere le risorse e non rischiare tra un mese o più di non averne disponibili. Per reperire i fondi ci sono tre strade percorribili: riprendere la spending review, analizzare le agevolazioni fiscali ed eventualmente apportare delle modifiche, fare un ragionamento sui finanziamenti all’impresa”.
Il sottosegretario ha colto l’occasione per sottolineare che “la ripresa del federalismo fiscale è necessaria e si può procedere lungo due percorsi: una maggiore distinzione tra tasse locali e nazionali (oggi c’è molta confusione e l’Imu ne è una prova) e l’allentamento del patto di stabilità, una trappola che non consente ai comuni di investire”.
Rispondendo a una domanda sull’aumento della spesa per le consulenze nella pubblica amministrazione, Baretta ha affermato: “Il problema è che questo capitolo va affrontato nell’ambito di una riforma globale della pa. Sappiamo che le ristrutturazioni aziendali, quando fatte bene, hanno rilanciato le imprese e non le hanno depotenziate. Questo può avvenire anche nella pubblica amministrazione, facendo anche emergere le risorse interne”. E ha poi aggiunto: “La riforma del pubblico impiego può prevedere la mobilità, ma non può e non deve essere soltanto questo: deve soprattutto prevedere una riduzione degli sprechi. Da questo punto di vista sono convinto che ci voglia un approccio un po’ più di tipo industriale. C’è un’esperienza che potrebbe aiutare in questo senso, cioè quella dei bancari: a seguito di una grande ristrutturazione hanno messo in piedi un sistema che ha consentito di far uscire circa diecimila persone in modo indolore, costituendo un fondo di compensazione. Un approccio di questo tipo può evitare la discussione inutile sui licenziamenti e offrire una possibile soluzione”.
In conclusione Baretta è tornato sulla questione dell’abolizione delle province: “Confermo che vanno eliminate. Bisogna piuttosto ridisegnare il territorio: penso ad esempio alla città metropolitana e, per il territorio bellunese, all’area montana. Entrambe queste soluzioni non c’entrano niente con le vecchie province ma possono consentire al nuovo ente di ottenere anche maggiore autonomia”.
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