Il caso Fiat, con i recenti accordi separati di Pomigliano e Mirafiori, insegna. La definizione di un nuovo sistema di regole capace di superare le attuali difficoltà di rapporto nelle relazioni sindacali non è più rinviabile. Come non è più rinviabile l’adozione di norme in grado di regolare gli effetti degli atti negoziali sottoscritti in un clima di forte contrapposizione, i cosiddetti “accordi separati”. E’ un’esigenza di democrazia. Ma è anche una necessità dell’economia. Così come lo è il superamento del perdurare di una conflittualità senza sbocco che rischia di incidere negativamente sulle già deboli prospettive di rilancio dell’economia italiana, soprattutto dopo la lunga e grave crisi che investito in questi anni tutto il nostro sistema produttivo. Per contribuire a voltare pagina, senza interferire nell’autonomia delle parti sociali, chi scrive ha elaborato una proposta legislativa “leggera”. Oggetto, la rappresentanza e la rappresentatività sindacale, oltre ai diritti dei lavoratori in materia di informazione e consultazione aziendale. In tutto quattro punti con un obiettivo: dar vita ad un moderno, ordinato e condiviso sistema di rappresentanza, sia a livello nazionale che aziendale, prendendo le mosse dall’accordo interconfederale sottoscritto sul tema da Cgil Cisl e Uil nel maggio 2008 e dalla legge Bassanini sul pubblico impiego. Ci auguriamo che le parti sociali definiscano un nuovo accordo interconfederale, di cui si sente l’urgenza, di modo tale che la nostra proposta di legge sia in grado di recepirne tutti i contenuti innovativi nella logica delle legislazioni di sostegno.
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