Pressing su Renzi per salvare la città. Sottosegretario Baretta: “Sì alla specificità” (Corriere del Veneto)

VENEZIA Una settimana di tempo per elaborare la strategia d’azione e strappare a Matteo Renzi la garanzia che salverà Venezia dal «patatrac» finanziario. Il 3 maggio il premier arriva in città per l’inaugurazione del padiglione Aquae di Marghera e sostenere la candidatura a sindaco di Felice Casson. Si tratta di un’occasione imperdibile per il commissario Vittorio Zappalorto, le cui richieste al governo di approvare un piano di riequilibrio economico o una norma che attenui il peso del Patto di stabilità per il Comune finora sono finite con una continua fumata nera.
Domenica però Renzi è qui e potrà verificare di persona quella che da Roma potrebbe sembrare un’affermazione priva di senso, ossia che Venezia è una realtà speciale e, per questo, merita attenzioni straordinarie da parte della capitale. «Non ho alcuna intenzione di perdere quest’occasione — ha spiegato Zappalorto — domenica farò quanto è in mio potere per mostrare al premier la situazione e convincerlo ad agire». La novità è emersa ieri all’inaugurazione di «Venice to Expo» all’Arsenale. Nel celebrare le iniziative collaterali all’esposizione universale di Milano, il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta ha sottolineato: «Il Veneto è la prima regione d’Italia per flussi turistici, abbiamo tutto: mare, montagna, arte e al centro c’è la perla di Venezia, la cui specificità va riconosciuta dal governo».
Ieri il commissario e Baretta hanno scambiato solo qualche battuta veloce ma è evidente che è allo studio il modo per convincere Renzi a emanare una norma, ad hoc per allentare le maglie — troppo rigide — del Patto di stabilità. In ballo c’è la formazione del bilancio di previsione per il 2015 la cui redazione sarebbe impossibile senza un intervento del governo. L’alternativa è dichiarare il pre-dissesto che significherebbe un futuro da lacrime e sangue per la città con un’amministrazione priva di possibilità di intervento sulla per dieci anni, il tempo del rientro finanziario previsto dalla legge in caso di default. Una soluzione già bocciata da tutti i candidati sindaci che non vogliono cominciare l’esperienza a Ca’ Fasetti con le mani legate. Anche il commissario preferirebbe evitare di lasciare un’eredità così pesante alla prossima amministrazione eletta. L’obiettivo è dunque di strappare qualche garanzia a Renzi proprio mentre è a Venezia. La visita non permetterà incontri a quattr’occhi con Zappalorto e nemmeno un tour della città per mostrare di persona al capo del governo cosa significa affermare che «Venezia è una realtà speciale». «Non lo perderò di vista nemmeno un momento», ha però precisato il commissario, che probabilmente non sarà l’unico a fare pressioni su Renzi. «Il governo pensa che vada trovata assieme una soluzione per Venezia», ha infatti sottolineato il sottosegretario all’Economia, senza sbilanciarsi. E’ chiaro però che tra una settimana scatterà l’assedio al presidente del consiglio dei ministri.
I tempi stringono, quest’anno il governo ha deciso di non concede proroghe alla redazione del bilancio («Il termine ultimo resterà il 31 maggio», ha spiegato il sottosegretario) e la norma per dare la possibilità a Venezia di programmare i prossimi anni, anche con investimenti che possano rilanciare la città, è sempre più urgente.
G.B.

2015-04-26T12:38:51+02:00 26 Aprile 2015|In evidenza, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.