E’ stato avviato ieri, nella residenza in mezzo al verde di via Malvolti a Mestre, il “Patto tra generazioni per un nuovo inizio”, un tavolo di lavoro che ha visto sindaci, politici, amministratori e associazioni discutere di scuola, impegno civico, urbanistica, per iniziare a gettare le basi di un progetto in grado di far rinascere dalle ceneri del Mose la città di Venezia. L’iniziativa è stata lanciata dagli ex assessori del Pd, Andrea Ferrazzi e Alessandro Maggioni, assieme all’ex capogruppo Claudio Borghello e alle associazioni Restart, Aeres, Anla e Future Dem.
Tanti gli ospiti, tra i presenti i segretari del Pd regionale, provinciale e comunale, Roger De Menech, Marco Stradiotto, Emanuele Rosteghin, ma anche l’ex senatore Tiziano Treu, dirigenti comunali, l’ex procuratore Ennio Fortuna, il sindaco di Marcon, Andrea Follini, Giuseppe Scaboro di Immagina Mestre, Simone Venturini (Udc), Stefano Chiaromanni (Movimento Autonomia di Mestre e Terraferma), Carmela Palumbo, direttrice del Miur, il segretario generale della Cisl Gottardello.
«La dimensione della partecipazione», spiega Andrea Ferrazzi, «dimostra che c’è un vuoto democratico della nostra città da riempire, bisogna chiamare a raccolta associazioni e forze sane per costruire il futuro. La questione generazionale non è discriminante ma è importante, il senso di questa giornata è questo: coinvolgere i cittadini, cosa che il Pd mira a fare. Abbiamo voluto invitare chi abbia un progetto sanamente riformista, di crescita e di riforma e non di conservazione, perché le difficoltà che incontrerà chi governerà la città saranno grandi. Ecco perché un patto intergenerazionale tra i venti, trenta, quarantenni. Il nostro contributo è complementare all’importante lavoro che deve fare il Pd e la coalizione per costruire il futuro e il governo della città».
«La vera rottamazione», commenta il regionale De Menech, «è quella di chi ha idee migliori, l’età non conta. Giocare sull’anagrafe è troppo facile, questo incontro va nella direzione di mettere assieme risorse, far vedere che il Pd cammina a testa alta. Vogliamo produrre un programma non solo interno del Pd, ma che coinvolga e si confronti con la società e con chi ha voglia di contribuire. Non abbiamo paura di scegliere un candidato interno al partito, le primarie vanno aperte a tutti gli elettori e vanno fatte tra ottobre e novembre. Chi è qui si riconosce in un progetto, il Pd rimane il motore politico. Pensare a coalizioni è prematuro, ma il partito ha cambiato verso ed ha aggregato anche chi non era nel recinto, Renzi dice apriamo». I “nominati” di questi giorni? «Apprezziamo tutti e il consiglio di tutti, ma il Pd ha l’ambizione di fare una sintesi più alta».
«Quanto iniziato», spiega Pierpaolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell’Economia, «è parte di un progetto trasparente per governare la città. Le primarie sono un’esperienza consolidata, per quel che riguarda i candidati sono d’accordo con Casson, prima vengono i contenuti, poi l’anagrafe, poi i nomi». Correrà alle primarie? «Vediamo». A fare gli onori di casa l’ex consigliere Franco Conte, che ha messo a disposizione il giardino per l’happening. «Quest’occasione è stata importante per aprire il dibattito», ha commentato Matteo Montagner di Future Dem, «lancio un appello agli under trenta a farsi avanti e partecipare».
Marta Artico
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