La competenza (e la simpatia) di Andreina Zitelli obbligano sempre a riflettere quando solleva argomenti ed obiezioni. Ha certamente ragione – nell’articolo pubblicato domenica – a chiedere verifiche stringenti su come è andata la vicenda Mose e, soprattutto, su come andrà. Il dubbio che insinua è serio: che alcune valutazioni tecniche siano state alterate dalla corruzione. Sono fatti gravi, che vanno perseguiti. Ma è proprio quanto i magistrati hanno fatto accertando le diverse responsabilità; non solo dei politici (ed è un peccato che in molti casi non si arrivi al processo!) ma anche di importanti funzionari pubblici. Ma non esiste un automatismo per il quale se c’è stata corruzione o irregolarità amministrativa vuol dire che l’opera non è scientificamente o tecnicamente valida. Eventuali comportamenti irregolari o peggio scorretti – che, ripeto, vanno condannati e vagliati con assoluto rigore, anche per le conseguenze sull’iter amministrativo – non possono inficiare il valore tecnologico, se c’è, e lo scopo cui è preposta.
So che, come altri, Andreina Zitelli ha, invece, dei dubbi sull’opera in sé. È legittimo, ma io ho una opinione diversa. Non tanto mia personale, perché non sono un esperto, quanto accogliendo le tesi di tanti altri autorevoli esperti che sostengono la validità dell’opera. Tesi che è prevalsa sulle altre e che ha orientato la decisione, che è stata presa, come ben ricordiamo, un bel pó di tempo fa e non segretamente, coinvolgendo il governo nazionale, e sulla base della quale si sono avviati i lavori e che trova ora un interessante avvallo nelle attenzioni internazionali al progetto. Personalmente considero da tempo conclusa questa discussione perché, fatta una scelta, dopo approfondito esame, è bene non ritornarci sopra ogni volta che si può, tanto più di fronte al fatto che sono molti, proprio molti, gli investimenti fatti in questi lunghi anni.
Per questi motivi penso sbagliato non concludere i lavori, mentre penso giusto che si concentri la nostra discussione sul futuro. Sia su come concludere il Mose, sia, soprattutto, su chi e come lo gestirà. Evitare gli errori gestionali del passato deve essere un imperativo per tutti! Infatti non c’è nemmeno automatismo che ci porti a pensare che fatto il Mose tutte le grandi opere diventato buone…
Ecco perchè contributi come quelli di Andreina Zitelli rappresentano un punto di vista che va sempre preso in considerazione ed approfondito. Il futuro della nostra città è ricco di opportunità, ma pieno di incertezze che consigliano di prendere decisioni nette, ma di scongiurare ogni forma di arroganza, soprattutto da parte della politica
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