Manovra “salva Italia”. La relazione di Pier Paolo Baretta

Relazione di Maggioranza per la V Commissione di Pier Paolo Baretta

Signor Presidente, come lei sa e i colleghi sanno, il lavoro delle Commissioni si è svolto ininterrottamente per molti giorni e si è concluso nella tarda nottata. Pensavamo di poter usufruire di un lasso di tempo maggiore – non eccessivo, ma comunque maggiore – per poter riordinare non tanto le idee, quanto i contenuti del lavoro svolto che è notevole. Più di settanta, se non ho visto male, sono le proposte emendative e di modifica che le Commissioni, in questi giorni di proficuo lavoro, hanno prodotto rendendo più equa la manovra – come è stato autorevolmente detto dal Presidente del Consiglio che alle dieci di ieri sera è venuto in audizione, e lo ringraziamo di aver partecipato ai nostri lavori -, il cui testo viene oggi consegnato all’Aula. Èuna terminologia molto abusata in questi giorni, ma che fa piacere venga utilizzata in primis dal Presidente del Consiglio perché è un riconoscimento, che peraltro è stato esplicito, al lavoro parlamentare e al ruolo che il Parlamento ha svolto in questi giorni. Il fatto di aver reso più equa la manovra non l’ha resa meno difficile, meno impegnativa e meno densa di sacrifici per gli italiani e per le varie categorie sociali di questo Paese. Il punto di partenza, non ce lo dobbiamo dimenticare, è la difficile situazione economica e finanziaria nella quale versa l’Italia. Siamo in recessione economica, abbiamo un debito pubblico ancora insostenibile, il rifinanziamento, il miglioramento della finanza pubblica procede e pensiamo di giungere (anche per merito degli interventi che il Parlamento ha fatto recentemente quali la riforma dell’articolo 81 della Costituzione) nel 2013 al pareggio di bilancio. Tutto ciò, però, mette maggiormente in evidenza l’esigenza di un passaggio stretto nel quale stiamo dibattendoci anche a fronte della difficile situazione economica e finanziaria internazionale. È stato sottolineato, nelle ultime settimane, come il ruolo dell’Italia nel consesso internazionale, oltre ad aver riacquistato credito, abbia però una valenza particolare essendo il nostro Paese posizionato in una fascia di reddito di industrializzazione, di capacità di produzione in generale che fa sì, in sostanza, che l’Europa non possa reggere senza di noi. Noi abbiamo sempre detto che l’Italia non regge senza l’Europa e la nostra scelta europeista è stata sempre chiara ed indiscussa, ma è emerso clamorosamente nelle ultime settimane che la crisi della zona euro poteva trovare nell’Italia o il punto di affossamento o il primo punto di riscatto. Bene in questo contesto si è sviluppata e si sviluppa l’azione portata avanti dal Governo Monti sostenuto da un’ampia Pag. 12maggioranza parlamentare, ampia maggioranza che ha saputo affrontare le proprie differenze non sempre superandole ma gestendole nello spirito di collaborazione nazionale necessario in questa particolare fase. Le due grandi forze che sostengono il Governo assieme al terzo polo e cioè il PdL ed il PD non hanno nascosto mai, in nessun momento, che hanno opinioni diverse e che torneranno, quando lo consentiranno i tempi politici ed economici, a confrontarsi rispetto alle prospettive generali del Paese. In questo momento però si è deciso assieme e responsabilmente di sostenere un Governo un po’ impropriamente definito tecnico (abbiamo sentito anche ieri sera il Presidente Monti rilasciare delle affermazioni che si possono senza timore definire di carattere politico) per attraversare insieme questa strettoia di carattere generale. È evidente che il giudizio complessivo che noi abbiamo dato come gruppi di maggioranza sulla manovra è un giudizio di accettazione convinta nel quadro di riferimento che ho appena esposto. Abbiamo chiesto al Governo, nel corso di questa discussione, di intervenire per migliorare alcuni elementi soprattutto di valenza sociale di questa manovra e soprattutto di predisporre, in tempi ragionevolmente brevi, quella che possiamo chiamare, se non proprio una «fase due» almeno una «fase uno e mezzo» e di cominciare a volgere l’attenzione delle scelte che vengono fatte verso lo sviluppo.

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2011-12-14T17:38:26+01:00 14 Dicembre 2011|Atti parlamentari|

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