Signor Presidente, signor Rappresentante del Governo, colleghi Deputati, Sarà sufficiente la manovra economica che, con il probabile voto di fiducia, il Governo si appresta ad approvare? Sembra già di no. Le continue turbolenze dei mercati rafforzano la probabilità di un ulteriore intervento a breve. Il ministro Tremonti ha annunciato che in settimana ci saranno interventi per la crescita; altri rilanciano il tema pensioni, da inserire, addirittura, in questa manovra… Se così fosse, quali saranno le nuove misure che verranno adottate nell’ennesimo tentativo di placare la tempesta finanziaria? E cosa potrà mai decidere il governo che non poteva essere adottato già ora? In queste due domande c’è il cuore della nostra discussione. Dopo una prima manovra a Luglio, approvata in poche ore, ci siamo trovati con una risposta negativa dei mercati. Dunque, la velocità, in sé, non è la risposta! La velocità è stata possibile anche per il senso di responsabilità delle opposizioni che hanno, pur non condividendo il merito, consentito un voto rapido, offrendo, come auspicato dal Capo dello Stato. l’immagine di un paese unito. Ma i mercati non si sono particolarmente emozionati. Dunque, la coesione per adesione, in sé, non è la risposta! Di conseguenza, il Governo ha approntato, d’urgenza, una nuova manovra a ferragosto che, per raggiungere in anticipo il pareggio di bilancio, si è, in parte, sommata a quella di poche settimane prima. Il risultato è stato una correzione di quasi 60 miliardi di euro. Nonostante ciò, le turbolenze dei mercati sono continuate. Dunque, la quantità, in sé, non è la risposta! Questo secondo intervento estivo è stato motivato dalla famosa lettera della Bce, che, peraltro, non abbiamo mai letto. Mi sia permesso di richiamare la Sua attenzione, Signor Presidente, su questo aspetto della vicenda. Nel 2011, in una democrazia costituzionale, nella società della comunicazione, di internet, della trasparenza globale, ci stiamo tutti esercitando sulla pelle di milioni di cittadini, di risparmiatori, di lavoratori, sulla base di un documento “segreto”. Il Parlamento non possiede questa lettera. Vi è una ragione? E quale mai potrebbe essere? Il ministro Tremonti, in audizione, ha detto che cortesia vuole che il contenuto di una missiva sia reso pubblico dai mittenti e non dai destinatari. Bene, chieda Lei, Signor Presidente, alla Bce, di far pervenire alle Camere, alle commissioni Bilancio, almeno, copia del documento in questione.
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