Grido di allarme del sottosegretario Baretta. In pericolo per i tagli decisi dal Governo: possibile uno spostamento a Trieste «L’Ufficio Unesco a rischio chiusura» In risposta all’appello lanciato dall’allora Direttore Generale dell’Unesco René Maheu dopo l’alluvione veneziana del 1966, i Comitati Privati sono stati istituiti in un certo numero di paesi per raccogliere contributi per restaurare e tutelare il patrimonio veneziano. L’Ufficio Unesco di Venezia coordina l’attività dei Comitati privati in collaborazione con la loro Associazione, con le Soprintendenze veneziane in due aree principali: il restauro di monumenti e opere d’ arte il sostegno alla formazione di specialisti in conservazione del patrimonio culturale. Dopo il 1966, oltre 50 organizzazioni private sono stati create in diversi paesi per Venezia. Oggi, l’Associazione dei Comitati Privati comprende 24 organizzazioni provenienti da 10 paesi diversi. Dal 1997, l’Associazione ha goduto lo status di ONG in relazione operativa con l’Unesco e continua ogni anno a stanziare fondi per interventi di restauro e conservazione del patrimonio culturale veneziano.di Enrico Tantucci L’Ufficio Unesco di Venezia sempre più in pericolo e con lui il prezioso ruolo di raccordo che svolge da oltre quarant’anni nei confronti dei Comitati privati di salvaguardia per orientare i loro finanziamenti sui restauro del patrimonio artistico e architettonico della città. Se ne parla già da qualche mese, in considerazione del dimezzamento dei fondi previsti dal Ministero degli Esteri a favore dell’istituzione – che in base alla Legge di Stabilità scenderanno da un milione e 300 mila a 650 mila euro all’anno – ma ora a rilanciare l’allarme è il sottosegretario veneziano all’Economia Pier Paolo Baretta, a pochi giorni dalla calata in laguna del presidente del Consiglio Matteo Renzi, per l’inaugurazione del Padiglione Aquae a Marghera, “porta” d’ingresso dell’Expo veneziano. «Esiste il rischio concreto che l’Ufficio Unesco di Venezia possa chiudere», dichiara Baretta, «e dobbiamo assolutamente evitarlo perché per Venezia sarebbe una perdita gravissima, anche in rapporto alla salvaguardia della città. Dobbiamo trovare il modo, anche come Governo, di rafforzare la presenza dell’Unesco a Venezia e mi chiedo, a questo proposito, perché l’Agenzia delle Acque dell’organismo debba avere sede a Perugia, come è attualmente e non appunto alla città lagunare». Il riferimento dell’onorevole Baretta non è casuale perché a Perugia ha appunto sede l’agenzia internazionale dell’Unesco che elabora ogni anno il rapporto internazionale sulla situazione delle acque del pianeta. Esiste poi un centro studi internazionale dell’Unesco as Trieste, di carattere scientifico. E a Venezia, appunto, l’Ufficio Unesco Roste, l’unico ufficio territoriale in Europa dell’organismo, che si occupa dei rapporti con i Paesi dell’Est europeo e, appunto, della salvaguardia di Venezia in accordo con i Comitati Privati. L’ufficio ha sede a Palazzo Zorzi, magnifico palazzo rinascimentale – su disegno di Mauro Codussi – del Comune, che lo ha messo a disposizione e che lo collocherebbe di certo subito sul mercato se l’Unesco dovesse emigrare. Solo poche settimane fa – in occasione della loro assemblea annua – erano stati gli stessi Comitati privati internazionali per la salvaguardia di Venezia a lanciare una pubblica raccomandazione al Governo italiano sul dimezzamento dei fondi all’Unesco che potrebbe portare – scrivevano – a «un drastico ridimensionamento dell’Ufficio Unesco di Venezia». «Si ricorda», scrivevano i Comitati, «che la collaborazione Unesco – Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia ha portato, nel corso di quasi 50 anni, al compimento di 717 restauri. Si raccomanda che l’Ufficio Unesco di Venezia possa continuare la collaborazione con i Comitati per non compromettere iniziative che, finanziate da privati, sono risultate essenziali per la sopravvivenza del patrimonio storico, artistico e culturale pubblico di Venezia». Tra le ipotesi anche quella di uno spostamento a Trieste dell’ufficio o comunque di un cambio di sede per risparmiare. Si era parlato anche della possibilità che il Comune trovasse spazio per essa nei 650 metri quadrati circa che le Generali hanno messo a disposizione dell’Amministrazione nelle Procuratìe Vecchie presto «privatizzate», ma da parte del commissario straordinario Vittorio Zappalorto nessun segnale positivo finora. Decisiva sarà la volontà del Governo italiano e per questo domenica a Marghera Renzi sarà “marcato” stretto anche su questo fronte.
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