L’incontro con il ministro Lanzetta sulla Tribuna di Treviso

incontro lanzetta tribunaIl sindaco Piazza sfida il ministro a scommettere un euro, sulle riforme della fiscalità locale. Il sottosegretario Baretta accetta. Confida che dal 2016 sparirà il patto di stabilità, sostituito dall’obbligo Ue del pareggio di bilancio. E prospetta ai sindaci una fiscalità a due binari rigorosamente separati: ai Comuni Imu Tasi Tares & Co, riorganizzate dopo l’attuale caos, e allo stato l’Irpef e sui redditi. Se son rose… per ora annunci e promesse. Come i costi standard, dati ancora per imminenti. Il governo tira dritto sull’unione di comuni («Si devono fare»), ribadisce gli ambiti dove gli enti locali dovranno fare economia («Infrastrutture e mobilità, servizi») non fa sconti nè su città metropolitane di Venezia (magari rinviata a dopo le comunali 2015) nè sulla Patreve. Doveva essere un confronto, quello di ieri a Preganziol fra il ministro delle autonomie locali, Maria Carmela Lanzetta, il sottosegretario alle finanze, Pierpaolo Baretta (Pd), sindaci e categorie. Ma è servito solo a misurare la distanza ancora abissale fra Roma e il territorio, che invoca risorse, autonomia ed è stanco di pagare per i comuni meno virtuosi. Lo dice la rabbia disperata del sindaco di Vidor, Albino Cordiali : «In un mese un funzionario della Camera prende quel che riceve in un anno il mio dirigente responsabile del bilancio. Il Veneto virtuoso deve governare l’italia, non viceversa. È venuta una mamma in lacrime, ha un figlio disabile, ma i tecnici del governo Monti hanno tagliato le tasse». O la domanda brechtiana del sindaco di Silea, Silvano Piazza. «Ma se un comune gira il 100%, e invece lo Stato si prende il 100% senza restituire, chi viola la Costituzione, chi non è democratico? Io abbatto la spesa del 15% e azzero i mutui, altri non lo fanno, invoco almeno rispetto» . Il ministro gli replicherà: «Vengo per ascoltare, sono stata sindaco, ma guardate che le difficoltà sono di tutti». L’assessore regionale Elena Donazzan ribadisce il caos su lavoro e formazione («4 livelli decisionali, e devo raccordarmi») scongiura il sottosegretario Baretta prendendogli le braccia «Fate qualcosa per l’istruzione, siamo alla canna del gas con le scuole». Sos anticipato, per le paritarie, da Simonetta Rubinato, scettica sul fatto che fra sei mesi i comuni possano mettersi in regola con le prime norme sui bilanci trasparenti. Contro i lieviti indipendentisti, la richiesta è l’autonomia, un Veneto a statuto speciale da Trento a Trieste. Ma poi, sugli scenari e le alchimie, incombe la realtà di tutti i giorni. Sentire, Maria Rosa Barazza, primo cittadino di Cappella Maggiore. Ha tagliato l’ultima auto del comune, e per tutta risposta, non ha visto il suo cantiere delle elementari (256 mila euro) nel piano Renzi da 22 miliardi: «Non chiedo un euro, solo il via: la credibilità si conquista mantenendo le promesse». Chiude Floriana Casellato, parlamentare Pd che ha organizzato l’incontro: «Giusto farsi sentire e protestare, ma basta con questo Veneto migliore di tutti, è così anche In Lombardia e Piemonte. Bisogna uscirne ricordandosi delle regole, e delle leggi».

2014-07-08T11:56:23+02:00 8 Luglio 2014|In evidenza, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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