In occasione della riunione della direzione del Pd comunale di Venezia, tenutasi lunedi 11, – non potendo partecipare personalmente – ho inviato una lettera/intervento al segretario comunale Rosteghin e al segretario metropolitano Stradiotto. Mi è stato richiesto (anche se i fatti sono ampiamente superati) di pubblicarla, visto che il segretario Rosteghin ha ritenuto di condividerla – e di ciò lo ringrazio – con tutti i componenti l’organismo. Lo faccio volentieri.
Ecco il testo:
“Caro Emanuele,
mi dispiace davvero molto non poter partecipare, in questo nostro particolare momento, alla riunione di stasera, ma, sono impegnato alla Camera dei Deputati per seguire, a nome del Governo, un provvedimento finanziario.
Mi scuso della forma impropria con la quale intervengo, ma ritengo doveroso esprimere la mia opinione, peraltro ben rappresentata dal comunicato dei Deputati veneziani, al quale ho fatto seguire una dichiarazione Venerdì e una intervista al Gazzettino Sabato. In sintesi:
1) È necessario che si proceda rapidamente e con decisione nell’accertamento della verità e delle vere responsabilità; ma questo spetta, in primis, alla Magistratura e noi non possiamo che seguirne con rispetto il lavoro importante che sta facendo.
2) Penso, però, che serva anche, da subito, una posizione politica che delinei il futuro della città, dei poteri e dei compiti che la governano. Credo che i lavori del Mose debbano essere completati, ma che ben diversa debba essere la gestione delle fasi conclusive dell’opera e successive (manutenzione, lavori collaterali, ecc.). A cominciare dallo scioglimento rapido del Consorzio, eventualmente sostituito da una Autorità indipendente, attorno alla quale ridisegnare anche il Magistrato alle acque. Penso, anche, che dovremo riprendere in mano, in una luce nuova ed unitaria al nostro interno, la discussione sulla legge speciale.
3) Con riferimento alle vicende di questi giorni, non sfugge a nessuno il diverso carico di imputazioni attribuite ai diversi soggetti. Ho letto con piacere che Renzi ha chiuso la discussione su Orsoni iscritto sì, iscritto no. Personalmente non ho mai considerato discriminante stabilire se Giorgio Orsoni era iscritto o no al Pd; ho sempre pensato che era il nostro Sindaco, che abbiamo convintamente scelto – con le primarie! – e sostenuto. Sono, ovviamente, addolorato per l’imputazione che gli viene rivolta, dalla quale si sta difendendo, e amareggiato per l’accostamento che ha subito a reati gravi che l’inchiesta, peraltro, non gli imputa.
4) In questo momento, così difficile per la città, il Partito Democratico deve stringersi intorno al Sindaco reggente, Sandro Simionato, e a tutta la giunta. Simionato e la giunta non possono essere, neanche lontanamente, assimilati a quanto sta succedendo o diventare i capri espiatori. Per questo il “tutti a casa” è offensivo e va respinto. Dobbiamo assicurare loro il pieno sostegno per il delicato e gravoso compito che sono chiamati in queste ore a svolgere e che sono perfettamente in grado di assolvere, assicurando la continuità amministrativa. Ci sono, a breve, scadenze quali il bilancio, l’appuntamento europeo dell’8 Luglio (solo per citare le più urgenti), che vanno gestite. Comprendo perfettamente quanto sia precaria questa impostazione, ma il senso di responsabilità verso la città deve prevalere…
5) Non mi sfugge, al tempo stesso, che è difficile evitare il nodo della governabilità e della stabilità amministrativa.. Anche per questo condivido la decisione di Simionato di chiedere al giudice di poter incontrare Orsoni, sia per evidenti ragioni amministrative, sia per conoscere le sue reali intenzioni. In ogni caso, è per noi, preliminarmente indispensabile ed urgente che venga chiarita la posizione di Orsoni e, a tal riguardo, una prima verifica la avremo tra pochi giorni con le decisioni che dovrà assumere il Tribunale del riesame. In quel momento saremo in grado di decidere politicamente, con serenità e senza ripercussioni improprie, quella che riterremo essere la strada migliore per governare la città sino al voto, previsto, in ogni caso, in primavera
6) Infine: Venezia ha bisogno di riprendersi e guardare avanti. Ci vorrà tempo, temo molto. Allora noi dobbiamo cominciare da subito a ricostruire un tessuto politico rigenerato. Per riuscirci dobbiamo, innanzi tutto, rigenerare noi stessi, nei contenuti, nelle forme, nei messaggi. Venezia è governata da sempre dal centro sinistra. Ma la fase è cambiata ed oggi, più che mai, non esistono storie o rendite di posizione. Ecco perché, indipendentemente dalla natura delle emozioni e del dibattito che ci coinvolge in queste ore, ma per più generali ragioni politiche, dobbiamo, molti di noi – anche se mi rendo conto delle difficoltà che ciò può comportare – fare un passo indietro e coraggiosamente far fare un passo avanti ad nuova e giovane classe dirigente.
Cari saluti,
Pier Paolo Baretta”