VENEZIA «Non è questo lo sviluppo sostenibile. Non può essere questo il modello su cui puntare. Le Grandi navi non possono stare in laguna. A Venezia le navi ci andranno, ma forse ha più senso puntare su Trieste come hub». Il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini è al museo nazionale ferroviario Pietrarsa, in Campania, dove fu costruita la prima Ferrovia, la Napoli-Portici. Si parla di «turismo sostenibile». A un certo punto il ministro proietta sullo schermo una foto di una grande nave da crociera in bacino San Marco. L’ha scattata lui stesso dalla Riva degli Schiavoni, durante la sua ultima visita a Venezia per l’inaugurazione della Biennale. «Venezia ha bisogno di questo? Non è questo il modello di turismo su cui puntare», attacca. E lancia la sua proposta. «Grandi navi come questa non devono più arrivare a San Marco. Meglio sfruttare il vecchio porto di Trieste. E pensare a scenari strategici per il futuro». Dopo mesi di silenzio, il ministro si espone sulla questione delle grandi navi. Concedendosi anche una battuta in riferimento alla polemica sulle foto delle grandi navi di Berengo Gardin: «Non pretendo che il sindaco Brugnaro esponga in mostra la mia foto…»a il sasso è lanciato. E dopo le sortite del sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni su «Venezia che rischia di morire di turismo» ecco Franceschini. Parole che provocano commenti di segno opposto. «Riunioni inutili a Roma e anni per non decidere niente e prendere in giro i veneti», commenta il governatore Luca Zaia, «migliaia di posti di lavoro e il 20 per cento del Pil di Venezia ringraziano il Pd per questa scelta che uccide un pezzo di economia sana». «Come al solito il presidente Zaia è poco informato e improvvisa», replica Davide Zoggia del Pd, «siamo gli unici che si stanno occupando di questa vicenda. Si stanno studiando alternative ma ci sono tempi tecnici. Il futuro di un settore non si può affidare a battute». Ce n’è anche per Franceschini, ministro suo compagno di partito. «Sbaglia anche chi con troppa superficialità vorrebbe trasferire l’attività croceristica da Venezia a Trieste». Laconico, ma chiarissimo il giudizio del sottosegretario Pier Paolo Baretta: «Anche i ministri sbagliano». Alessandra Moretti, capogruppo Pd in Regione, si dice «sorpresa» delle parole del ministro. «Ci attendiamo un chiarimento», dice, «perché questa proposta umilia lo sforzo risolutivo che stiamo portando avanti». Favorevole all’ipotesi Trieste Deborah Serracchiani, vicesegretario del Pd e presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia. «Il ministro ha formulato un’ipotesi ragionevole», dice, «che tiene conto della situazione di Venezia, dove c’è una oggettiva saturazione e della vocazione di Trieste. Questo potrebbe essere un esempio virtuoso di integrazione». Difende la croceristica a Venezia il presidente degli Industriali Matteo Zoppas. «Il ministro spieghi come garantirà i posti di lavoro. Finchè non sarà individuata la via alternativa per arrivare alla Marittima vanno garantiti i transiti. Per il mantenimento dell’home-port a Venezia si schierano anche i segretari del Pd veneziano Emanuele Rosteghin, Marco Stradiotto e il capogruppo Andrea Ferrazzi. «Vanno analizzate le alternative ma la croceristica deve restare a Venezia».
di Alberto Vitucci
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