La risposta alla disoccupazione giovanile viene dall’uscita dalla crisi

Strategie di uscita dalla crisi, ruolo centrale della formazione, sostegno all’occupazione giovanile sono i temi affrontati dal sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta nel corso dell’incontro con gli studenti delle ultime classi degli istituti Sarpi e Algarotti di Venezia, sul tema “Crisi economica e del lavoro: quali prospettive per i giovani”. L’iniziativa, svoltasi nella sede dell’Istituto Algarotti, è stata promossa dall’associazione Ex allievi e insegnanti del Sarpi, in collaborazione con l’istituto scolastico.
“Nel mondo ci sono, censiti nel 2013, 72 milioni di giovani disoccupati e nell’Ue un giovane su quattro non ha lavoro. Sono dati che preoccupano – ha esordito -. Se queste sono le dimensioni, la risposta alla disoccupazione giovanile non viene solo dalle politiche giovanili, ma dall’uscita dalla crisi. Solo dalla crescita avremo una risposta strutturale e duratura”. Il sottosegretario ha quindi tracciato un’analisi del quadro globale e delle grandi sfide, come l’accesso a cibo, acqua, salute e nuove regole per la finanza. Serve, in sostanza, un cambiamento fondamentale di paradigma. Il crescente peso economico dei paesi emergenti (i Brics) fa sì che la sfida per l’Europa e per l’Italia si fa più impegnativa. Quello che abbiamo davanti è uno scenario con molti elementi inediti, che deve essere studiato soprattutto dai giovani che diventeranno presto le nuove classi dirigenti”.
Il problema dell’Italia nasce, sostanzialmente, dall’intreccio di tre questioni: finanza pubblica, sistema produttivo e di protezione. “La riorganizzazione della spesa pubblica ė un tema decisivo. L’obiettivo ambizioso è di risparmiare in tre anni 30 miliardi. Ma ci sono dei nodi da sciogliere: da sole le detrazioni fiscali valgono 250 miliardi di euro e contano 700 voci, la possibilità di ridurre la lista ė una cosa su cui riflettere. Tra le altre strade da percorrere c’è la revisione delle aliquote e l’apertura di una trattativa con l’Europa per rivedere le regole del fiscal compact”. Per quanto riguarda il sistema produttivo “bisogna spingere perché le nostre imprese siano competitive sul piano globale. Ed è necessario decidere su cosa investire. Per me le priorità sono il manifatturiero, il settore del turismo e della cultura intesi come un tutt’uno, la logistica”. Ma come si aiuta a fare impresa? “Il cuneo fiscale ė un punto su cui intervenire, insieme a innovazione e ricerca, che servono per garantire la competitività del prodotto. Inoltre è fondamentale la formazione, perché la competizione globale si fa attraverso l’aumento di diplomati e laureati”. Terzo aspetto, la protezione sociale: “L’aumento dell’aspettativa di vita è un processo con cui fare i conti. Lo stato non può riuscire a dare risposte a tutti, senza il contributo del privato”. Per consentire un più facile accesso nel mondo del lavoro ai giovani Baretta propone la flessibilità in uscita, con possibilità di pensione anticipata, la riduzione del numero di contratti e l’universalità dei diritti per tutti i lavoratori, in primis per quanto riguarda il diritto al riposo, alla malattia, alla maternità.
“Stiamo, in sostanza, decidendo tra crescita o declino – ha concluso il sottosegretario -. L’unica strada per noi la crescita e allora bisogna ricominciare rimboccandosi le maniche”.

2014-02-15T13:52:31+01:00 15 Febbraio 2014|Comunicati stampa, News, Notizie dal Veneto|