Sottosegretario Pier Paolo Baretta, cosa succede con la mini-Imu. Chi la deve pagare?
«Il 16 gennaio i proprietari di immobili che vivono in quei Comuni che nel 2012 e 2013 hanno aumentato l’aliquota base dell’Imu fissata al 4 per mille saranno chiamati a versare un contributo tra lo 0,40 e lo 0,80 per mille: una cifra che va da 10 a 50-60 euro al massimo. Capisco il disappunto delle famiglie che prevedevano di non pagare nulla, ma non se la devono prendere con il Governo che ha fatto i salti mortali per trovare le risorse, ma con quei sindaci che hanno ritoccato le aliquote».
Non sono pochi, si tratta di 2.375 degli 8.092 comuni italiani, 186 dei quali in Veneto. Ci sono tutte le grandi città come Milano e Napoli, con i sindaci sul piede di guerra: un vero pasticcio?
«Nessun pasticcio. L’operazione Imu è costata quasi 5 miliardi nel 2013, il governo ha coperto tutta la prima rata e anche la seconda. Resta questa emergenza per far quadrare i conti della legge di stabilità. E siamo costretti a chiedere un contributo alle famiglie».
Si tratta di raccogliere 4-500 milioni?
«Le cifre esatte non ci sono perché i Comuni hanno tempo fino al 9 dicembre per comunicare le loro decisioni. L’altro ieri ho incontrato al Senato i sindaci veneti che non hanno mai aumentato l’aliquota dal 4 per mille e protestano per l’esatto opposto: dicono che è sbagliato che lo Stato dia un contributo a quei Comuni che più degli altri hanno gravato sui cittadini. Mi pare un’osservazione ragionevole, dopo il 16 gennaio bisognerà discutere le modalità di redistribuzione di queste risorse»
Si pensa a un rimborso nella Tasi che entrerà in vigore nel 2014: questo è uno 3.436 emendamenti presentati alle Legge di stabilità. Sarà così?
«No. Assolutamente. Non è possibile, l’impianto del decreto legge non si tocca, anche se il parlamento avvierà la discussione in due fasi. In primis con la conversione del dl entro Natale al Senato e poi con l’approvazione della legge di stabilità in commissione Bilancio alla Camera in attesa del voto in aula. Da lunedì si parte».
Il senatore Pd Federico Fornaro chiede che la mini-Imu venga azzerata per evitare sperequazioni tra i cittadini: lei come risponde?
«La scelta generale con l’accordo sul Parlamento è di non incidere ulteriormente sulle accise: la benzina non aumenterà. Inoltre con gli anticipi abbiamo già chiesto molto sia alle banche che alle imprese. Le banche verseranno il 130%, siamo a un punto conclusivo per il 2013».
E per la nuova fiscalità del 2014 lei cosa delinea?
«Sulla casa noi abbiamo messo un miliardo di euro per evitare che la nuova tassa di servizio gravi più dell’Imu sui cittadini. Al Senato sono stati aggiunti altri 500 milioni per consentire ai sindaci di fare le detrazioni alle famiglie meno abbienti e abbiamo aumentato dal 20 al 30% la deducibilità Irpef sull’Imu dei capannoni industriali. C’è stato un vero salto di qualità».
Nella legge di stabilità il cuneo fiscale non è stato ridotto e secondo Bankitalia la pressione fiscale è salita al 44% dal 40% del 2002, siamo quarti in Europa alle spalle di Paesi con un welfare molto più solido.
«Le risorse messe a disposizione per ridurre il cuneo fiscale sono poche e quindi alla Camera noi proporremo la nascita di un fondo che trasferisca in maniera automatica una quota parte delle risorse recuperate dalla spending review del commissario Carlo Cottarelli: i programmi sono molto ambiziosi. Questo governo ha saputo trovare 5,6 miliardi per non far pagare l’Imu alle famiglie e nella legge di stabilità ci sono 1,6 miliardi per i lavoratori e altrettanti per le imprese: a febbraio Cottarelli fornirà le cifre dettagliate su come intende tagliare. La svolta arriverà con la divisione netta tra tasse locali e nazionali».
Sottosegretario Baretta, lei ha ricevuto i sindaci virtuosi del Veneto che a Roma hanno manifestato il loro malcontento per i tagli ai bilanci: che ne pensa di questa protesta?
«I sindaci che non hanno aumentato l’Imu hanno ragione per principio, a loro va la tutta mia stima. Il governo sta pensando a delle novità e abbiamo messo a disposizione un miliardo per allentare il patto di stabilità dei Comuni. Il dibattito sull’Imu è stato caricato di mille significati e 5 miliardi sono stati assorbiti da una sola voce anche se è vero che le imposte sono state abbassate. Io quando incontro un sindaco con la fascia tricolore al collo penso all’istituzione e ai cittadini di quella realtà. Ho condiviso le preoccupazioni e dato loro un consiglio: è bene che i sindaci virtuosi trovino un accordo con l’Anci per avere un interlocutore unico».
di Albino Salmaso
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