Intervento Sottosegretario Baretta su Mostra del Cinema (Corriere del Veneto)

Cinema, «aiutino» al festival di Roma Bufera sul governo: penalizza Venezia

Tre milioni per il mercato. Calenda: ai produttori l’evento in laguna non interessa 

da: Corriere del Veneto

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VENEZIA. Il governo potrebbe stanziare 3 milioni di euro in due anni per incentivare il mercato del cinema.

A finanziarli sarebbe il Ministero dello sviluppo economico. E fin qui tutto chiaro. Il punto è che l’investimento avrebbe delle ricadute dirette quasi esclusivamente a beneficio del Festival del cinema di Roma. Perché? L’ormai ribattezzata «business street» (il mercato in cui si incontrano i produttori e i buyers internazionali con proiezioni riservate, una videolibrary digitale per gli addetti ai lavori, incontri tra compratori e venditori, convegni e workshop) si svolgerebbe per la seconda volta nello stesso periodo del Festival del cinema di Roma, e per di più a due passi dalla kermesse. Lasciando così «a piedi» Venezia. Nulla è ancora definitivo. La prima discussione è prevista per domani quando il sottosegretario allo sviluppo economico Carlo Calenda incontrerà Nicola Borrelli, direttore generale cinema del Mibact e diversi rappresentanti del Festival del cinema romano tra i quali Roberto Cicutto amministratore generale dell’Istituto luce e Riccardo Tozzi presidente di Anica, associazione che riunisce i produttori e i distributori del cinema italiano. Ma l’anticipazione ha già aperto diversi fronti critici tra i parlamentari veneti.
«Se si trattasse di dare un finanziamento generale al settore cinematografico ben venga, l’Italia ne avrebbe molto bisogno– ha detto Pierpaolo Baretta, parlamentare del Pd e sottosegretario al Ministero dell’Economia – un intervento rivolto esclusivamente ad una sola realtà, quella romana, non sarebbe funzionale. Il festival per cui l’Italia è conosciuta nel mondo è quello di Venezia. Un tema di questo tipo, poi, riguarda anche il Ministero dei beni culturali e quello dell’economia che dovrà erogare i soldi». «Parliamo continuamente della necessità di attivare il sistema Paese, cosa che implica puntare sulle cose che funzionano per rafforzarle e invece si finisce per far vivacchiare iniziative che altrimenti da sole non ce la farebbero – ha detto anche Enrico Zanetti, deputato di Scelta civica e sottosegretario alle finanze – il risultato? Maggiori possibilità di ottenere due insuccessi invece che non un solido successo».
L’opposizione tra i due festival esiste da sempre. Fin dalla nascita del secondo. Una guerra fredda, sotterranea. Fatta di frecciate, di qualche polemica gridata, di paragoni e perfino di trasferimenti (il più noto è legato alla direzione di Marco Muller, passato da Venezia a Roma). Ma anche e soprattutto di bracci di ferro per il finanziamento. Già nel 2006 l’allora sindaco Massimo Cacciari, era sbottato: «Se lo Stato dà i soldi alla Capitale per la Festa del cinema, metto mano alla pistola». Questo perché gli organizzatori della kermesse romana ai nastri di partenza avevano sempre affermato la propria indipendenza finanziaria, garantita dai molti sponsor. Ed ecco, dunque, ci risiamo. «La storia mondiale dei festival cinematografici inizia il 6 agosto 1932 a Venezia – ha tuonato ieri Roberto Ciambetti, assessore al bilancio della Regione Veneto – quale nazione al mondo rinuncerebbe a questa felice combinazione per finanziare una kermesse di periferia, in profonda crisi a pochi anni dalla sua nascita?». «Non riesco a capire cosa c’entri finanziamento da parte del Ministero dello sviluppo economico – ha detto Andrea Martella, parlamentare del PD – e poi il Festival di Venezia ha saputo fare bene anche con risorse proprie. E’ il primo festival e rappresenta al meglio il cinema italiano». «La scelta di Roma e delle date – metà ottobre, comunque dopo Venezia e Toronto che come si sa è il vero luogo dove si acquistano anche i film di Venezia- è imposta da un’esperienza di ormai nove anni» dice invece Cicutto. «Il Ministero dello sviluppo economico non darà un euro al Festival del cinema di Roma – chiarisce Calenda- finanzierà il mercato per far ripartire in Italia il prodotto cinematografico e il prodotto audiovisivo. Non sono io a definire se è meglio un mercato o l’altro. Mi muovo rispetto a quello che l’industria e i produttori ritengono utile. E tra loro nessuno ha mai menzionato Venezia. Chi decide è l’industria. Fossi Venezia mi farei delle domande. Se fossi il direttore della Mostra soppeserei il fatto che in quel Festival la parte del mercato evidentemente non funziona».

2014-12-09T10:58:07+01:00 9 Dicembre 2014|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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