“Industria, turismo-cultura e logistica: è su questo che bisogna puntare per il futuro di Venezia. Sono i tre assi centrali intorno a cui deve ruotare lo sviluppo di questo territorio”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, concludendo i lavori dell’evento “Grow or Go. Smart city e città metropolitana: quale futuro per Venezia?” svoltosi questo pomeriggio a Porto Marghera.
“Dobbiamo essere tutti consapevoli che Venezia ha un futuro ma che non si vive di rendita – ha precisato-. Bisogna però volerlo questo futuro. E renderci conto che deve essere diverso dal presente: dobbiamo cambiare e per farlo ci vogliono idee, sacrificio e tenacia. Troppe sono le resistenze, troppe le incertezze, troppi i no, uniti alla tentazione di pensare che tutto ciò che è nuovo è negativo. La storia, invece, ci dice che la conservazione è stata possibile perché c’è stata innovazione: è per conservare e salvare Venezia che si sono periodicamente scavati i canali, deviati fiumi… Questo dimostra che ‘bello’ e ‘funzionale’ è possibile. Le grandi sconfitte si sono avute quando questo equilibrio si è rotto, quando non siamo stati capaci di innovare. Come quando, di fronte alla crisi industriale di Porto Marghera, ci siamo fermati, pensando che la difesa, legittima, del luogo e del posto di lavoro fosse da privilegiare all’innovazione”.
Tre questioni sono centrali per il futuro e lo sviluppo del territorio. “La prima è la città metropolitana, che va affrontata senza ideologie, consapevoli del suo valore in un’ottica di semplificazione. In secondo luogo, la legge speciale: più passa il tempo più mi chiedo se valga la pena una nuova legge o se non sia sufficiente un rifinanziamento di quella che abbiamo già, con emendamenti e correzioni”. Infine, il capitolo centrale delle politiche sociali: “Oggi molte imprese stanno aprendo a un welfare integrativo, aziendale. È ormai chiaro che in futuro lo Stato non riuscirà a rispondere a una domanda di welfare in aumento e che bisognerà quindi pensare a interventi di carattere sussidiario. È un pezzo importante dello sviluppo”.
Il sottosegretario ha quindi affrontato il capitolo delle scadenze imminenti che interessano Venezia. Una su tutte, l’Expo 2015, “una grande opportunità per il nostro territorio, che deve porsi come protagonista, con un ruolo che può e deve essere centrale”. L’altra scadenza è tutta politica: “In primavera si voterà in Veneto per oltre trecento comuni. Tra un anno si vota per la regione e, a Venezia, per il Comune. Una proposta: perchè non proviamo a vedere se ci sono degli elementi condivisi nell’idea di sviluppo? Pensiamo all’effetto dirompente che otterremmo se la politica veneziana avesse, su alcuni punti, un’idea unitaria. Sarebbe un segnale di civiltà”.
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