L’industria del futuro verrà progettata e sperimentata anche a Padova. Il governo al fotofinish ha inserito anche il polo accademico veneto nel lotto dei nuovi centri di ricerca a stretto contatto con le imprese finanziati dal piano di rilancio presentato ieri a Milano dal premier Matteo Renzi. «È stata la vittoria di un gioco di squadra», commentano imprenditori e politici regionali dopo aver temuto l’esclusione del Nordest da questo piano d’innovazione che metterà in campo 23 miliardi in quattro anni: 13 miliardi di incentivi fiscali e 10 di investimenti. Il presidente del Consiglio ha dato il via libera a inserire Padova come centro catalizzatore per tutte le università del Nordest e polo propulsivo per le imprese che rappresentano oltre il 15% del Pil nazionale. «Un’esclusione di Padova sarebbe stata inammissibile», avevano scritto i presidenti di Confindustria di Padova, Treviso e Vicenza proprio martedì. La cabina di regia avrà sede a Milano, spiega il ministro per lo sviluppo Calenda che prevede oltre 10 miliardi di investimenti privati nel solo 2017. «Noi crediamo che l’Italia abbia un futuro straordinario. Non è training autogeno» assicura Renzi. Una parte di questo cambiamento riguarda gli incentivi fiscali che saranno «orizzontali» senza bisogno di bolli ministeriali o simili. «Incentivi a bando non ne faccio più», assicura Calenda, che invece ha promesso nuove defiscalizzazioni per «lo scambio salario produttività» («una questione di sopravvivenza per il sistema industriale italiano» per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «ora dobbiamo cavalcare la quarta rivoluzione industriale»). «Cambiare la mentalità – secondo Renzi – è il lavoro che stiamo cercando di fare. Sono fiducioso e ottimista, l’Italia non va così bene come vorrei andasse ma va un po’ meglio di come andava qualche anno fa».
«La costituzione di un Competence Center in Veneto è una vittoria di sistema: dello spirito di squadra delle università, sostenute dal mondo delle imprese, delle professioni, del lavoro e dalla politica», dichiara Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto. Lo stesso Calenda, durante la presentazione del Piano Italia 4.0, ha evidenziato lo sforzo collettivo del Veneto nel perseguire questo risultato. «La scelta del Governo è il giusto riconoscimento nei confronti della tradizione industriale del Veneto e soprattutto della sua capacità di essere oggi un laboratorio all’avanguardia del nuovo manifatturiero. Il Digital Innovation Hub rafforzerà inoltre il cammino di innovazione e competizione – dice Zuccato -. Ora aspettiamo il presidente Renzi e il ministro Calenda in Veneto». Soddisfatto il rettore dell’università di Padova Rosario Rizzuto: «Sfida vinta dal territorio, un esempio per il Veneto». Il presidente della Regione Luca Zaia, che aveva scritto una lettera a Renzi su questo tema il 15 settembre, tallona il governo: «Se le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo Economico troveranno conferma nei fatti, e non ho motivo per dubitarne, si apre un nuovo corso in un settore nel quale le Università venete sono state storicamente penalizzate. Assicuro sin d’ora la massima collaborazione». Il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, veneziano, rilancia: «Si tratta per la nostra Regione di un risultato importante che premia anche la presa di posizione politica che abbiamo sostenuto, senza le polemiche inutili e le divisioni sbagliate che abbiamo visto in questi giorni».
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