Un forte senso di ansia e insicurezza caratterizza il mondo della cooperazione sociale veneta, e trevigiana in particolare. Lo ha constatato con mano questo pomeriggioPier Paolo Baretta, capolista alla Camera nella circoscrizione Veneto 2 per il Pd, che ha fatto visita alla cooperativa sociale “Alternativa” e alla sua emanazione “Alternativa Ambiente” di Villorba. I tagli imposti agli enti locali, primi committenti delle cooperative, rischiano di mettere in crisi un sistema che in provincia di Treviso garantisce lavoro a oltre 8mila persone.
Nate a cavallo degli anni ‘90 (rispettivamente nel 1989 e nel 1993), le due realtà trevigiane si occupano di offrire concrete possibilità lavorative a persone provenienti dall’area della devianza carceraria, della tossicodipendenza, della malattia mentale e del disagio in genere. “Alternativa” propone un percorso riabilitativo di tipo occupazionale, attraverso la produzione di prodotti bio, la digitalizzazione di documenti e piccoli assemblaggi. “Alternativa Ambiente” fa inserimento lavorativo nei settori della raccolta differenziata, della manutenzione del verde, dei servizi cimiteriali.
“Oggi Alternativa ha attivi circa 80 percorsi di riabilitazione in 6 sedi, di cui 25 riguardano persone detenute – ha spiegato il presidente, Antonio Zamberlan -. Alternativa Ambiente ha circa 400 soci lavoratori, di cui un 30% disabili e 50% ex detenuti”. Una realtà in continua crescita, che si pone sempre nuove sfide. È di pochi mesi fa, ad esempio, il lancio del negozio di prodotti bio che in pochi mesi è arrivato a decuplicare i profitti. Ma in tempi di difficoltà economiche il problema è come restare competitivi sul mercato: “Siamo minacciati dalle gare al massimo ribasso – ha avvertito Zamberlan, che si appresta a pagare ai soci lavoratori il 300° stipendio -. Noi riusciamo ad andare avanti grazie alla garanzia di qualità e competenza, ma non ci sentiamo sicuri. Bisogna dare protezione a realtà come la nostra che creano lavoro e pensano a persone svantaggiate cui non pensa nessun altro”.
“La politica dovrebbe essere più presente e venire a vedere dal vivo queste realtà che sono vere e proprie eccellenze – ha commentato Giovanni De Piccoli, ex presidente della cooperativa sociale Solidalia -. Il sistema trevigiano va salvaguardato individuando i ruoli e la funzione delle cooperative di reinserimento lavorativo distinguendole da quelle di tipo assistenziale. Non dobbiamo dimenticare che le cooperative sono una grande risorsa per il territorio, vero motore di sviluppo e per la coesione sociale. Per cui è necessario ragionare in un’ottica di distretto del sociale”.
Baretta rispondendo alle preoccupazioni degli interlocutori ha sottolineato che “siamo riusciti a far slittare di un anno l’aumento dell’Iva per le cooperative sociali dal 4% al 10%, ma per il resto questa è una partita che va giocata a Bruxelles: dobbiamo ricontrattare le regole con l’Europa. Inoltre, è necessario riuscire a evitare l’ingorgo estivo tra il saldo Irpef, l’aumento Iva e l’acconto Tares perché altrimenti sarebbe un peso insostenibile”.
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