È la strada individuata per attenuare gli effetti dello sforamento del Patto
Lunedì incontro a Roma del commissario Zappalorto con il sottosegretario Delrio
Sforare nuovamente il Patto di Stabilità – come lo scorso anno – ma salvare almeno la retribuzione integrativa dei dipendenti comunali, esattamente come avvenuto nel 2013, con il «Salva Venezia». Ormai di fatto archiviata la possibilità di inserire un provvedimento a favore del Comune nella Legge di Stabilità che verrà probabilmente approvata oggi in Senato, è questo ora l’obiettivo realistico su cui è concentrata l’attenzione del commissario straordinario Vittorio Zappalorto e delle forze politiche, con i due sottosegretari veneziani all’Economia Pier Paolo Baretta e Enrico Zanetti al suo fianco nell’incontro che avrà lunedì a Roma con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Al centro dell’incontro, appunto, la situazione di Venezia, ormai drammatica e che il Governo intende comunque in qualche modo affrontare. E la via più probabile sembra quella di inserire all’interno del decreto Milleproroghe, che il Governo dovrebbe approvare entro pochi giorni, lo stesso emendamento pro-Venezia fatto valere anche lo scorso anno. Il decreto dovrà poi essere convertito dal Parlamento entro 60 giorni, ma avrebbe intanto validità immediata ed eviterebbe, pertanto il taglio delle retribuzione dei comunali dal primo gennaio, con buste-paga decurtate di almeno trecento euro netti mensili per gli oltre tremila impiegati di Ca’ Farsetti. Resterebbero, invece – come è già avvenuto anche nel corso di quest’anno – le altre penalizzazioni previste dallo sforamento del Patto di Stabilità, a cominciare da un altro robusto taglio di almeno 17 milioni di euro ai trasferimenti statali per Venezia, che riproporrebbero i problemi di bilancio risolti in questi mesi con enormi difficoltà da Zappalorto. «Non era possibile comunque inserire alcun provvedimento che mitigasse per venezia lo sforamento del Patto, nella Legge di stabilità che viene ora approvata», ha spiegato anche ieri il sottosegretario Baretta, «anche perché il Comune tecnicamente non ha ancora sforato. E gli altri emendamenti presentati legati al rifinanziamento della Legge Speciale per i prossimi tre anni, partirebbero dal 2015, e non avrebbero comunque aiutato il Comune a evitare lo sforamento. Il Governo può in teoria intervenire anche in altro modo, ed è proprio quello che cercheremo di accertare nella riunione che avremo lunedì a Palazzo Chigi con Delrio». L’emendamento presentato dal senatore Felice Casson e da altri parlamentari del Pd prevederebbe 50 milioni di Legge Speciale stanziati a favore di Venezia per i prossimi tre anni. «Escludo che possa essere recepito all’interno del decreto Milleproroghe», commenta Casson, «ma vedremo nei prossi mesi se ci sarà modo di riproporlo in Parlamento». Sono dunque giorni e ore febbrile questi a Ca’ Farsetti, con Zappalorto che resta comunque impegnato almeno a provare a portare a termine le altre operazioni impostate per evitare lo sforamento del Patto di Stabilità del 2014. Ormai praticamente impossibile – dopo l’eclissarsi della Cassa Depositi e Prestiti – la vendita di Palazzo Diedo e Palazzo Gradenigo da cui il Comune si aspetterebbe non meno di 22 milioni di euro. Si saprà solo il 29 – come riferiamo a parte – se Zappalorto riuscirà effettivamente a vendere Villa Hèriot, ma anche qui le probabilità sono poche. Resta ancora in piedi e dovrebbe invece concludersi positivamente l’operazione per la rinuncia all’uso pubblico sulle Procuratìe Vecchie da parte del Comune e a favore delle Assicurazioni Generali, proprietarie del complesso monumentale, che potrebbe portare in dote diversi milioni di euro. Ma intanto si naviga a vista.
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