“I 50 milioni di euro sono una prima dotazione, e sottolineo “prima”. Il provvedimento è una svolta, il risultato di un percorso compiuto con le associazioni dei risparmiatori: ora abbiamo lo strumento per aiutare i risparmiatori ancorato in una norma di legge”.
Nella notte tra martedì e ieri è arrivato il via libera della Commissione Finanze del Senato all’emendamento finito poi nella legge di Stabilità. Il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta (nella foto) è soddisfatto del lavoro svolto, che ha portato all’istituzione del fondo per le vittime di reati bancari.
“Avevo preso l’impegno davanti ai risparmiatori truffati che chiedevano di non essere abbandonati dallo Stato, dal Governo, dalle istituzioni – ha proseguito Baretta – È positivo sottolineare inoltre che nessuna forza politica ha votato contro al provvedimento, un riconoscimento per aver imboccato la strada giusta”.
Il fondo è destinato ai risparmiatori di Veneto Banca, Popolare di Vicenza e di altri istituti andati in risoluzione. La dotazione di 50 milioni non è insufficiente?
“Abbiamo istituito un fondo aperto ai truffati con una prima dotazione finanziaria, poi bisognerà metterci dei fondi. Trovo che l’obiettivo principale sia avere lo strumento legislativo. In tanti in questi anni hanno parlato di fondi da creare, adesso lo strumento c’è, è aperto ai risparmiatori tutti: azionisti, obbligazionisti. È indispensabile che i soggetti beneficiari siano stati truffati, oggetto di mis-selling”.
La truffa può essere stabilita solo da un organo giudiziario. Non c’è il pericolo che i tempi della giustizia vanifichino il vostro intervento?
“Abbiamo affidato ad un decreto ministeriale, che verrà predisposto dal presidente del consiglio Gentiloni e dal ministro Padoan, la definizione di tutti i criteri: sono questioni che valuteremo molto attentamente. Abbiamo previsto un doppio canale, Arbitro finanziario o sentenza del giudice, il risparmiatore può scegliere quale sia la strada più conveniente per lui”.
Ad inizio 2018 si scioglieranno le Camere. Cosa accadrà al decreto attuativo? “La materia è molto delicata, abbiamo previsto 180 giorni di tempo per scrivere il decreto attuativo. Quello che ci interessa maggiormente è che ci sia una norma che impegna tutti, anche i prossimi governi”.
Come si finanzia il fondo?
“Il finanziamento arriva in parte dai conti dormienti e in parte dal fondo di garanzia del credito interbancario. Abbiamo voluto che il sistema bancario fosse partecipe del finanziamento, dobbiamo evitare di deresponsabilizzare gli istituti di credito, che in alcuni casi hanno creato il problema”.
C’è il rischio che l’Europa possa bloccare la norma?
“Io credo di no, abbiamo scelto la formula “risparmiatori”, per non incappare nella preoccupazione che si ristorassero figure che sono oggetto di rapporti di mercato. Si tratta infatti di persone che hanno patito un danno, quindi figure che hanno diritto di essere protette. E in terzo luogo per finanziare il fondo non usiamo soldi pubblici: gli aiuti di Stato non ci sono”.
La Lega Nord in Veneto chiede che i fondi per i risparmiatori vengano trovati dalla vendita degli Npl e siano anticipati dal governo. È una via percorribile? “Ci dobbiamo muovere con molta attenzione per evitare di essere bloccati dall’Europa. Non vorrei che sparandola grossa in vista delle elezioni poi non portassimo a casa niente”.
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