La vittoria della Lega, l’affanno di Forza Italia, l’inconsistenza del Movimento 5 Stelle, la lunga rincorsa del Pd. Questo il quadro tracciato da Pier Paolo Baretta, all’indomani delle elezioni amministrative venete, in un articolo pubblicato oggi dal Gazzettino. che emerge dalle elezioni amministrative venete.
“La vittoria al primo turno del centrodestra, a Vicenza e Treviso, conferma – spiega il presidente di Ares – il risultato del 4 marzo e lo rafforza a favore di una Lega ormai egemone nel Veneto (e non solo). Al contempo, la sconfitta del centrosinistra, dopo anni di riconosciuto buongoverno in quelle città, ed in tante altre più piccole (penso, ad esempio, a Porto Tolle) acuisce la sua crisi politica e sociale”.
Una sconfitta per il Partito democratico, ma anche un campanello d’allarme per Forza Italia, che sulla piccola e media impresa veneta aveva costruito negli anni il suo bacino elettorale.
“Per il centrodestra – commenta Baretta – si apre una nuova fase. L’equilibrismo berlusconiano – tenere insieme la coalizione nonostante il proprio declino elettorale e nonostante la scelta di collocarsi all’opposizione del Governo nazionale – non funziona più. Così come non funziona la tanto sbandierata tesi che “uniti si vince”, se a vincere è uno solo. Può convenire a Salvini che la finzione continui, visto che progressivamente prosciuga l’alleato; ma fino a quando?”.
Ben più seri, secondo l’esponente Dem, i problemi del Pd che, oltre ad aver perso il proprio legame con il popolo, deve ricostruire in fretta un’alternativa credibile, a partire da una nuova classe dirigente.
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