Nuova Venezia. “Gliel’ho detto al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: fate un provvedimento per bloccare le grandi navi e poi vedrete che in una settimana troveremo la soluzione”. Pierpaolo Baretta, sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze, ieri in Municipio di Marghera ha tenuto un intervento in cui ha affrontato in maniera ampia tutte le questioni di Marghera, ossia area industriale, porto turistico e commerciale e zona urbana nell’anno del centenario margherino. Era presente il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin con il suo esecutivo e il consiglio municipale al gran completo. C’erano anche cittadini, politici e sindacalisti. Sulla questione grandi navi, Baretta ha dimostrato di non amare le mezze misure: “Vanno spostate da Venezia fuori porta, a Marghera onel Canale Vittorio Emanuele che può essere considerato un anticipo di Marghera. Può essere che prevalga quest’ultima ipotesimanon importa, bisogna decidere. E per farlo bisogna staccare la spina. Non c’è alternativa: se non si impone uno stop, andrà a finire che si continuerà a discutere all’infinito, senza mai approdare a unasoluzione”.
“Il Padiglione Aquae – ha detto ancora il sottosegretario – è stato un fallimento ma non perché il progetto sia sbagliato, ma perché inserito in un contesto difficile. Intorno tutti i terreni sono bloccati. È stata bloccata la torre di Pierre Cardin ma non basta dire no, bisogna dire anche cosa bisogna fare”.
“Non siamo all’anno zero – ha aggiunto Baretta – anche se questa è la percezione che hanno a Roma. Il progetto dell’Eni è all’avanguardia nel mondo e anche quello che sta facendo Fincantieri lo è. Poi c’è un’industria piccola ma diffusa nel territorio, 190 aziende manifatturiere e 180 della logistica. Il problema è che sono pezzetti che vanno riuniti in un quadro unitario. L’altro giorno ho appoggiato la proposta del sindaco Brugnaro di riunire il Comitatone, strumento per mettere insieme tutte le istituzioni a cominciare dal Governo. Eravamo partiti dicendo di fare una nuova legge speciale, ma credo sia meglio che ci teniamo quella che c’è perché non c’è più il clima di un tempo in Parlamento. Risorse pubbliche ce ne sono, tutte quelle disponibili sono per gli investimenti in infrastrutture, industria 4.0 e per il recupero ambientale”.
Gazzettino. Convocare il comitatone per Porto Marghera. É questa la strada indicata da Pier Paolo Baretta, sottosegretario del Ministero Economia e Finanze, se si vuole come, ieri sera, ha chiesto la Municipalità di Marghera imporre, sul piano nazionale, il rilancio della zona industriale. “Ho appoggiato la proposta del sindaco di richiedere il comitatone, che presieduto dal presidente del governo è un luogo talmente pregnante da doversi chiudere, per forza di cose, con decisioni importanti. La forza del comitatone, che non si riunisce, tra l’altro, da molto tempo, – ha sottolineato Baretta – è ben superiore a quella di un eventuale commissario che, comunque, deve andare a Roma, per battere cassa”. Baretta ha sottoposto la proposta a Paolo Gentiloni, alla vigilia della sua partenza per la Cina. Il passo, del resto, va mosso oggi in una fase che lascia preludere una ripresa economica del Paese. “Adesso si può indicare un percorso, delineato dal territorio, per garantire a Porto Marghera, altri 100 anni di storia. Ad attendere oltre – ha aggiunto il sottosegretario si rischia che il volano della ripresa economica possa imporre determinare modalità non compatibili di sviluppo per l’area”. Sulle grandi navi, Baretta non ha dubbi: “Va vietato il passaggio in bacino S. Marco, in settimana si deciderà l’alternativa: io vorrei che fosse Marghera, probabilmente passerà l’ipotesi del canale Vittorio Emanuele”.
Corriere Veneto. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il decreto con cui si costituisce il Gruppo di coordinamento e controllo per l’area di crisi industriale complessa di Venezia-Porto Marghera. “E’ un’ottima notizia perché i tempi delle nomine gestite dal Mise saranno brevi. – commenta Baretta – così si mette in moto la macchina e si comincia a entrare nel merito. Serve un piano unitario, dalle bonifiche al porto, perché l’area complessa ha bisogno di un piano complesso. Fino ad ora ci sono stati troppi interventi a spizzichi e bocconi”.
“Dobbiamo pensare in grande, altrimenti non saremo in grado di affrontare una situazione così problematica ma anche carica di opportunità”, ribadisce Baretta, che cita la situazione del 1917, quando si era in piena guerra mondiale e un gruppo dirigente si è inventato quest’area che taglia il traguardo del secolo di vita.
“L’economia sta ripartendo, lo Stato ha le risorse per finanziare i progetti, penso alla riqualificazione urbana ma anche a un ragionamento serio sul patrimonio di archeologia industriale che potremmo valorizzare – continua – Certo, servirà un equilibrio fra pubblico e privato dal punto di vista degli investimenti”.
Baretta ha ipotizzato un progetto urbanistico che riunisca elementi coerenti come Forte Marghera, l’università in via Torino e il Vega. “Questa è la prima porta di Venezia, l’altra, dal mare, è Sant’Andrea in laguna – ha detto – Mi chiedo se la vocazione sia ancora industriale. Il porto commerciale potrebbe stare lì e Marghera rinascerebbe intorno ad esso”. E poi, infine, gli strumenti, Baretta rilancia con forza il Comitatone mentre specifica che non c’è più il clima per una nuova legge speciale.
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