Nel corso della discussione sul decreto Salva-banche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha riferito sulla “comprovata mancanza di interesse” degli altri istituti (a parte Intesa) a rilevare le due venete e del mercato a mettere a disposizione la somma richiesta dalla Commissione Europa per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale. Lo riporta oggi il Corriere del Veneto.
“Noi avremmo preferito le precauzionali, lo diciamo ancora oggi. È considerata per il Governo la strada più convincente”. Ma nessuno ha tirato fuori i soldi, un po’ perché “il sistema bancario riteneva di avere già dato avendo partecipato all’operazione di Atlante Uno e Atlante Due e perché il mercato probabilmente pensava che alla fine si arrivasse al bail-in”. Ed è questo disinteresse ad avere fatto precipitare la situazione, “l’incombenza della dichiarazione di fallimento da parte dell’Unione Europea la sentivamo arrivare ora per ora, tant’è che siamo arrivati ad un certo punto, il venerdì, che ci siamo rapidamente dovuti attrezzare per una soluzione veloce, perché era stata annunciata dall’Unione europea, di fatto, la conclusione dell’iter”, ha riassunto Baretta.
“Abbiamo scelto fondamentalmente di non accettare una conclusione drammatica, di ricaduta sull’economia di un territorio tra i più importanti non solo d’Italia, ma della stessa Europa”, chiude il sottosegretario.
A seguire la rassegna stampa completa:
- Avvenire
- Corriere della Sera
- Corriere del Veneto
- Italia Oggi
- il Manifesto
- Messaggero Veneto
- Il Sole 24 Ore
- Tempo
- Verità
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