Zone Franche, Baretta: troppe richieste, vanno selezionate (la Nuova Venezia)

zone francheDi “zone franche” economiche e urbane nella vicina Croazia ce ne sono 13, compresa quella che ingloba il porto di Fiume e in Polonia ben 17, senza parlare di quelle che stanno nascendo in Spagna e nel nord Europa. In Italia, per il momento ce ne sono tre, a Trieste e Genova dove funzionano discretamente e a Venezia, dove sostanzialmente non viene utilizzata, a quanto pare perché «è troppo piccola». Di recente si è fatta avanti anche la provincia di Belluno – forte dell’iniziativa presa dall’assessore regionale Bottacin – che vuole creare tante zone franche urbane a tariffe ridotte e a macchia di leopardo in tutto il territorio montano. Venezia ora vuole allargare e rilanciare la sua piccola zona franca ed allargarla anche a Murano. Il rischio è che il proliferare di queste zone franche da imposte e tariffe, finisca per annullare il loro beneficio e innescare un’inutile concorrenza tra territori. «Il rischio di inflazione delle zone franche che di fatto avrebbe l’effetto di renderle inutili, esiste», ha ammesso il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, presente ieri nella sede della Città metropolitana. «Per zona franca non dobbiamo intendere solo l’aspetto pur importante delle minori tasse ma anche infrastrutture e un piano con le priorità legate all’idea di sviluppo di un determinato territorio». «Dobbiamo essere inoltre consapevoli che la zona franca non è un fattore miracoloso», ha aggiunto Baretta, «quanto piuttosto un’opportunità su cui bisogna innestare un volano: lo strumento amministrativo, fiscale e doganale va cioè accompagnato da una logica di investimento più generale. Per quanto riguarda Venezia, ritengo che parta avvantaggiata per tre ragioni: la prima è che la zona franca già c’è e che per allargarla non c’è bisogno di una norma primaria. In secondo luogo, Venezia è l’unica Città metropolitana del Nordest e, infine, che Venezia è Venezia e quindi ha un fattore di attrazione nel mondo intero che la agevola, come dimostra l’interesse dei cinesi a investire qui». «Ai veneziani», ha concluso Baretta, «dico che è arrivato il momento di diventare traino di questa piattaforma politica: questo progetto deve diventare l’obiettivo condiviso di una città intera, di una regione intera e dei soggetti coinvolti». A sua volta ieri anche il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti che si è impegnato a «sostenere la convocazione rapida del necessario Tavolo per predisporre, sulla base di un documento condiviso da tutte le categorie e istituzioni territoriali, di un decreto che riconosca non solo le zone franche ma anche l’evoluzione di quelle di Porto Marghera a Zona economica speciale, a cui devono seguire il via libera della Regione e della Commissione Europea».

 

 

2016-06-14T11:52:03+02:00 14 Giugno 2016|In evidenza, News, Notizie dal Veneto|

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