Molti militanti e amici mi hanno chiesto le motivazioni dell’astenzione del PD sul progetto di legge per l’abolizione delle province presentato dall’IDV. Dal punto di vista “tecnico” quella dell’altro giorno non era una vera abolizione, ma l’avvio dell’iter costituzionale, lungo, anche troppo (due anni circa); inoltre non prevedeva quale doveva essere la destinazione delle competenze e dei dipendenti; ancora, non era prevista nessuna struttura intermedia di coordinamento tra le Regioni e i Comuni; manca ogni riferimento alle città metropolitane (che, in alcuni casi, saranno comunque sostitutive delle Provincie); manca anche un riferimento ai Comuni, che essendo 8 mila necessitano di una riforma collegata al superamento delle Provincie. Senza queste risposte si fa solo un pasticcio. Insomma, si trattava di una norma “bandiera” e non di una riforma e, in più, senza effetti immediati. Su tutti questi temi esiste, invece, una proposta di legge del Partito Democratico. Il calendario dei lavori ha, purtroppo, previsto per ieri il voto sulla norma bandiera e non sulla nostra di merito. Le ragioni del voto di astensione sono queste. Ciò detto io penso che si sarebbe potuto benissimo votare lo stesso a favore, nonostante le lacune e le ambiguità della norma, prestando più attenzione al dato politico che alla razionalità formale. Pier Paolo Baretta
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