«Troveremo una soluzione. Bisogna trovarla. Certo, a Roma è difficile far passare l’idea che Venezia sia una città in difficoltà. Vedono che qui c’è la Mostra del cinema che funziona alla grande, poi c’è la Biennale, che ci invidiano in tutto il mondo e, più di tutto, ci invidiano quei 20 milioni di turisti che arrivano ogni anno e che, pensano, chissà quanti soldi ci portano. Ma come, dicono, questi sono in difficoltà? Non è possibile». Così il sottosegretario Pierpaolo Baretta (nella foto) ospite del Rotary Club di Mestre, invitato dal presidente Mario Berengo.
«E allora – ha aggiunto Baretta – bisogna spiegargli che Venezia, sotto il vestito luccicante di lustrini, è piena di rughe e non può essere trattata come le altre città. E’ unica al mondo in tutto e bisogna spiegargli anche che sono venute meno due fonti notevoli di introiti e cioè il Casinò e la Legge speciale. Ma il Bilancio del Comune è stato tarato su quegli introiti eccezionali, che non ci sono più. Per questo dico che una soluzione a Roma la troveremo, cercheremo di trovarla, bisogna trovarla, ma non è nemmeno possibile trovarne una ogni due mesi». Il tema della serata è stato la città metropolitana. «Si tratta di una grande opportunità – ha detto Baretta – Certo poteva essere fatta meglio, allargata a Padova e Treviso e non coincidente con la provincia di Venezia, ma quando tre anni fa si chiese a tutte le Regioni che idee avevano sulle province, la Regione Veneto rispose che le province erano e dovevano restare 7. Da qui si parte. E dalla globalizzazione che certo non risparmia il Veneto. Anche qui bisogna iniziare a ragionare non più sui campanili e cioè sulle divisioni, ma sulle aggregazioni. Faccio un esempio concreto. Vedo che qui si discute molto sul mercato ortofrutticolo di via Torino. Ebbene, avverto che ce n’è uno grandissimo a Padova e un altro a Treviso, ha senso farne uno a Mestre? E, per cambiare esempio, avverto Paolo Costa, presidente dell’autorità portuale che a Porto Levante i fondali ci sono. Mi spiego? Ecco, questo vorrei far capire a tutti e cioè che nel mondo globalizzato il piccolo funziona sempre meno e c’è sempre più bisogno di unione, di sinergie. L’unione fa la forza, è evidente, mentre l’eccesso di campanilismo fa la debolezza. E le aggregazioni logiche sono quelle dei due mega blocchi, Verona e Vicenza con Rovigo. E Padova, Venezia e Treviso. Belluno fa storia a sè perchè è prevalentemente comunità montana, ma tutti gli altri devono iniziare a ragionare insieme se vogliono crescere e venire incontro alle esigenze della popolazione. Per cui dico che rispetto profondamente chi sostiene la necessità della separazione tra Mestre e Venezia, ma avverto che è assolutamente inutile»
Scrivi un commento