Baretta spinge Pellicani «Più nuovo di Casson» (il Corriere del Veneto)

ppbVENEZIA «Diversamente da chi ha messo davanti prima sé stesso, la scelta della maggioranza del Pd di puntare su Nicola Pellicani è stata il risultato di ricerca per unire la città, non dividerla: un forte rinnovamento per vincere le primarie e le elezioni». Il sottosegretario al ministero dell’Economia Pier Paolo Baretta annuncia che appoggerà il giornalista alle primarie del centrosinistra che a marzo vedranno in prima linea il senatore Felice Casson, l’ex consigliere Pd Jacopo Molina, il libraio-editore della Toletta Giovanni Pellizzato, Sebastiano Bonzio di Rifondazione e Pellicani, esterno al Pd ma appoggiato da una maggioranza persino più ampia di quella che al congresso ha portato all’elezione del segretario cittadino Emanuele Rosteghin. Oltre a bersaniani, AreaDem e lettiani, a sostenerlo ci sono infatti anche i renziani della prima ora con l’appoggio del referente provinciale Andrea Cereser.
«L’appoggio a Pellicani è più ampio della maggioranza congressuale e questo è un valore aggiunto», annuisce Baretta. La scelta del giornalista ha lasciato l’amaro in bocca a cassoniani e moliniani. La lettura è stata: l’eterna maggioranza si compatta per non essere messa nell’angolo dai liberi battitori che, nati dentro il partito e dal partito candidati, hanno dimostrato indipendenza e intraprendenza. «Ormai, quando si dice partito, pare che non vada bene — osserva Baretta — Come se fosse fatto solo dai dirigenti. Invece è fatto dai circoli, dai militanti. E’ un organismo collettivo che decide secondo regole collettive, non su impulsi individuali. La scelta di Pellicani è il frutto si un lavoro trasparente e pubblico: Casson sapeva che lo sforzo del Pd era cercare una candidatura unitaria ed è stato sbagliato aver interrotto a priori la ricerca. Ma questo non significava non fare le primarie». Il sottosegretario è stato tra i possibili candidati ma formalmente mai in corsa. «Nel partito, ognuno è disponibile a candidarsi se serve. E a non candidarsi, se serve . Francamente, Pellicani è più nel segno di rinnovamento di me, di Casson e Cacciari», sorride. La scelta ha richiesto molti passi indietro. L’importante è lavorare insieme perché il centro sinistra torni a governare: ha fatto degli errori ma anche molte cose buone — dice Alessandro Maggioni — Ex assessori nella prossima giunta? Cerchiamo prima di non perdere le elezioni». «Lavoriamo pancia a terra per coinvolgere la città e ridare a Venezia un progetto e una dignità che merita , dopo gli scandali», invita Andrea Ferrazzi. Il risultato non è scontato, non ci sono cordate che possano infrangere il libero convincimento politico di ogni iscritto ed elettore. «Qua non si tratta di dire stai con me perché stai contro l’altro — argomenta invece l’ex vicesindaco Sandro Simionato — c’è il senso politico di una scelta e lo si argomenta politicamente”.
Intanto il partito democratico sta lavorando per le primari che dovranno essere senza macchia per evitare un bis del caso Genova, con polemiche e fratture. «Il voto agli immigrati è una nostra caratteristica e resta — spiega Rosteghin — Il regolamento che approveremo lunedì propone che debbano registrarsi una settimana prima». Niente pullman di elettori last minute e truppe cammellate a giustificare scissioni.
Monica Zicchiero

2015-01-23T12:12:02+01:00 23 Gennaio 2015|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa, Venezia in Comune|

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