Baretta: “Salveremo le banche venete come abbiamo fatto con Mps” (Corriere Veneto)

baretta-salvataggio-banche“Il governo Gentiloni non abbandona nessuna banca in difficoltà. Aiuta le due ex Popolari venete come ha aiutato Monte dei Paschi di Siena e gli altri istituti di credito in crisi”.
È diretto Pierpaolo Baretta, 68 anni, sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), braccio operativo di Palazzo Chigi da quando il terremoto finanziario-giudiziario ha colpito la Banca Popolare di Vicenza (Bpvi) e Veneto Banca.

Onorevole Baretta, il suo ministro Padoan, titolare del Mef, ha garantito una soluzione rapida e positiva per Bpvi e Veneto Banca, senza nuove perdite per azionisti, obbligazionisti e correntisti, escludendo il “bail-in” introdotto dall’Ue. Ma voci autorevoli del mondo del credito e vicine al fondo Atlante, proprietario delle due ex Popolari (vedi pezzo a sinistra) negano nuovi investimenti. Dove troverete i quattrini?
“Di strumenti e risorse in questo momento non posso parlare. Ma il governo sta lavorando a 360 gradi per trovare una soluzione. Non molleremo al loro destino Bpvi e Veneto Banca, come non abbiamo fatto con Mps e altri istituti”.

Non la preoccupa l’esito del recente vertice a Bruxelles con l’Ue che ha posto nuove pesanti condizioni per il salvataggio pubblico delle due banche?
“Era solo un incontro tecnico, problematico, ma non ultimativo”.

Entro l’estate la soluzione?  
“Prima, non possiamo permetterci tempi lunghi”.

Ora la sopravvivenza delle due ex Popolari venete è al centro del dibattito nazionale e internazionale. Qualcuno dice troppo tardi, imputando la responsabilità alla politica, regionale e nazionale. E dando la colpa, come fa il governatore Zaia, a un governo che, per ragioni politiche e di radicamento territoriale, sarebbe più attento ai casi Mps e Banca Etruria…  
“Falsità. Le pare che Palazzo Chigi e il Pd non ritengano fondamentali per l’economia del Paese le banche di un territorio importante come il Veneto?”.

Crede possibile che imprenditori possano mettere soldi nel salvataggio?  
“Lo consiglio. Questi istituti sono rilanciabili. Alla fine dell’operazione, come accaduto all’estero, il loro valore crescerà e lo Stato dovrà uscire. E a quel punto chi sarà dentro detterà legge e farà l’affare”.

 Lei è fiducioso…  
“La fiducia è necessaria e viene ripagata. Basti pensare a quegli imprenditori che crearono Porto Marghera cent’anni fa, all’indomani di Caporetto, con l’Italia ancora in guerra. E bisogna essere uniti, istituzioni, politica e imprese per concludere bene la trattativa a Bruxelles”.

2017-05-27T11:39:03+02:00 27 Maggio 2017|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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