VENEZIA «L’inaugurazione di oggi e il padiglione di Aquae sono un’occasione su cui non si dovrebbe litigare».
Sottosegretario Pier Paolo Baretta, a un paio di giorni dai fatti di Milano, a Venezia apre il padiglione con il rischio di manifestazioni: dai comunali alla scuola, dal Coisp all’incognita no global.
«Aquae è nato con un’idea positiva, ha migliorato l’ambiente, quindi non bisogna confonderlo con la dialettica sui grandi temi della città, che pure è legittima. Ben altra cosa ovviamente è cercare di ridurre il più possibile i violenti».
Lei fin dall’inizio è stato un grande sostenitore di Aquae.
«Venezia sarà co-protagonista dell’evento, la seconda gamba dell’Expo italiano e questa per la nostra città e per il Veneto è un fatto importantissimo, un’occasione da non perdere. Io ho creduto subito a questa avventura, ne avevo immaginato la portata e il significato. Grazie a chi ha progettato, costruito e portato a termine questo progetto».
Venezia e l’acqua, in nessun altro luogo questo tema sarebbe stato più azzeccato.
«Venezia è legata in maniera indissolubile all’acqua ed è per questo che ho proposto di aprire un dibattito affinché qui si possa spostare la sede dell’Agenzia europea dell’acqua, tanto più se purtroppo, come si dice, l’Unesco lascerà la città. Perugia è una sede prestigiosa, ha un’università internazionale, ma quale può essere luogo migliore di Venezia per parlare di acqua?».
Non c’è il rischio che, passato l’Expo, anche il padiglione di Aquae cada nel dimenticatoio?
«Il progetto deve andare oltre, Venezia e il Veneto devono rimanere al centro del dibattito internazionale. In ottobre si chiude solo il primo tempo, poi il padiglione deve continuare a vivere e diventare un aggregatore di altre occasioni: fiere, mostre, incontri. Così faremo anche rivivere un pezzo del nostro territorio che ne ha tanto bisogno, quello di Marghera. Un territorio che sta vivendo un grande cambiamento: a due passi da Aquae c’è il Vega, ha aperto una grande sede dell’università di Ca’ Foscari, poi c’è forte Marghera».
Il futuro di Venezia è legato a stretto filo al governo. Oggi il commissario Vittorio Zappalorto approfitterà della presenza del premier Matteo Renzi per sottoporgli ancora una volta i problemi di bilancio della città.
«Il premier conosce bene la situazione di Venezia. Ai commissari dobbiamo dire grazie, ma prima torna la politica, meglio è. Dovrà essere la nuova giunta eletta ad aprire un confronto con il governo su un proprio piano di riequilibrio, noi siamo pronti a dialogare. Tra poche settimane Venezia potrà decidere il proprio futuro, dal bilancio alle scelte strategiche».
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