Il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta: “L’ha dichiarato il ministro Padoan e lo confermiamo, il Governo non abbandonerà le banche venete. Stiamo facendo di tutto nell’obiettivo di salvarle e rilanciarle, il negoziato con l’Europa ha conosciuto fasi di difficoltà, alimentando anche qualche momento di panico, ma non si è mai arrestato e a giorni spero potremo comunicare qualche novità positiva”.
L’ostacolo, non di poco conto, è rappresentato dal diktat della Direzione Concorrenza dell’Unione, guidata da Margrethe Vestager, inflessibile nel condizionare il salvataggio pubblico alla partecipazione del capitale privato per una quota non lontana da 1,5 miliardi a fronte dei complessivi 6,4 stimati per sopravvivere ad una fusione che si annuncia, inevitabilmente, dolorosa.
“Uno scoglio, forse, ma anche un’opportunità di ripartire. Lo Stato è pronto a fare la sua parte, stanziando un pacchetto di miliardi e diventando socio di maggioranza; tanti azionisti hanno accettato un sacrificio aderendo a proposte di rimborsi modesti; ora ci rivolgiamo agli investitori privati e non chiediamo loro un gesto filantropico: in Veneto c’è un’opportunità di reddito reale perché tra due o tre anni, quando lo Stato le avrà risanate e rilanciate, chi avrà scelto di giocare questa partita si troverà in una situazione di vantaggio”.
Molti parlano di ‘brand screditati’ a dispetto de 3,5 miliardi iniettati dal Fondo Atlante – che ora si dichiara indisponibile ad ulteriori erborsi – e profetizzano l’insostenibilità di istituti in crisi di liquidità e abbandonati dai risparmiatori.
“Screditate sono le passate gestioni non le banche attuali e agli scettici io dico: attenti a non perdere un’occasione”.
Altre voci alludono a un do ut des: incassato il via libera agli ingenti aiuti pubblici al colosso d’argilla Mps, il Governo sarebbe costretto a sacrificare Montebelluna e Vicenza sull’altare del rigore comunitario.
“È vero esattamente il contrario. L’avere disinnescato la mina vagante di Montepaschi Siena ci permette ora di concentrare ogni energia negoziale sulle venete”.
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