L’anno prossimo sarà trascorso un secolo dalla fondazione di Porto Marghera. Era il 1917, l’Italia veniva militarmente massacrata a Caporetto ma un gruppo di industriali investì ugualmente sul polo industriale. «Si prenda l’anniversario come stimolo. La ripresa si inizia a toccare, liquidità ce n’è, il governo può fare molto ma gli imprenditori si rendano conto che è tornato il momento giusto per rischiare e rilanciare». Parole del sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, il quale condivide i dubbi espressi ieri dalle categorie economiche venete sul futuro delle esportazioni, date le incertezze in aree come Russia, Africa settentrionale e Paesi Arabi, e le inquietudini che potrebbero sorgere attorno alla Brexit ma anche la percezione che i consumi si stanno rialzando.
Il punto di partenza è la ripresa tangibile in questo settembre. «Bisogna agire su due fronti — spiega Baretta — e come governo confermiamo provvedimenti come il bonus energia, il superammortamento sui beni strumentali e la non applicazione dell’aumento Iva. Poi però occorre far leva sugli investimenti pubblici, la ricostruzione delle aree terremotate deve diventare un piano di ammodernamento dell’intero Paese, in Veneto sono ribaditi gli sforzi per la viabilità e le grandi opere. Ma qui i soggetti privati non possono mancare di fare la loro parte e limitarsi ad aspettare che il vento cambi». I capitali, del resto, secondo l’esponente di governo, non mancano: «Le due banche venete sono state salvate, anche se mi aspettavo maggiore impegno dal mondo economico locale. Il volano si può mettere in movimento se le imprese scenderanno in campo e inizieranno davvero a ragionare oltre la crisi».
Elena Donazzan, assessore veneta al Lavoro, rivendica la scelta coraggiosa fatta dalla Regione nell’indirizzare gli strumenti di sostegno in via prioritaria ai «settori che trainano. Al “made in Italy” che non è solo moda — aggiunge — ma anche meccanica ed alta tecnologia, comparti che poi trascinano i terzisti e fanno crescere le filiera. Se nella nostra regione, già alcuni mesi fa, era evidente una crescita che si differenziava dal resto del Paese è anche perché qui abbiamo favorito un ecosistema di business strutturato su politiche strategiche chiare in settori definiti e iniziative mirate sul miglioramento del capitale umano».
Per quanto riguarda l’iniziativa di Arsenale 2022, cioè il «patto» fra associazioni di categoria e sindacali per la creazione di una classe dirigente all’altezza e l’individuazione di obiettivi condivisi, Donazzan si dice disponibile a partecipare ai tavoli. «L’importante — conclude — è che dagli stessi escano non grandi teorie che non servono mai a nessuno, ma istanze precise per cose realizzabili rispetto alle quali il decisore politico si trovi nelle condizioni di poter dare una risposta».
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