“Il moto di solidarietà generale che seguì l'”acqua granda” del 1966 e il clima politico che si produsse, di irripetibile unità, consentì di varare all’unanimità la Legge speciale su Venezia. Ma durò poco. Presto ricominciarono le polemiche, i particolarismi, i ritardi, gli scandali. E così, in questi giorni, riviviamo la stessa angoscia di allora, ma maggiormente colpevoli.
I 187 cm di mercoledì sono eccezionali, ma 120, 130, 150 sembrano non essere più un’eccezione. In questo modo, ai rilevanti disagi immediati per le famiglie e le attività economiche, si aggiungono nella struttura della città danni più profondi di quanto non appaia a prima vista.
Tra i peccati, si sa, ci sono anche quelli di omissione. Ma ora è necessario guardare oltre. Il Governo ha immediatamente dichiarato lo stato di emergenza e stanziato i primi 20 milioni per privati e commercianti, sospeso i mutui, nominato il Commissario per il Mose e quello per l’emergenza, e convocato per il 26 il Comitatone.
Sono risposte importanti, segno concreto di attenzione. Ma non basta. Bisogna pensare all’oggi e al futuro”.
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