Comuni trevigiani da una parte, governo dall’altra. Si sono incontrati ieri pomeriggio in prefettura i sindaci e il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, arrivato prospettando l’allentamento dei vincoli nel 2016, ma non hanno trovato un’intesa. Le rassicurazioni del governo non sono bastate: i primi cittadini sono delusi e amareggiati, non vedono vie d’uscita. «Il ragionamento nazionale a Treviso non vale – ha commentato il sindaco di Silea Silvano Piazza -. È vero che tutti abbiamo stretto la cinghia ma qui si è tagliato talmente tanto che si respira più. Non è vero che siamo tutti uguali, i Comuni in saldo positivo meritano un trattamento diverso. Il governo non vuole affrontare la disuguaglianza territoriale e continuiamo a mantenere sprechi altrui».
La convocazione era partita dal prefetto Laura Lega per organizzare un momento di confronto e dibattito. Dopo l’intervento chiarificatore del professor Luca Antonini, che ha messo la pietra tombale sul federalismo tanto discusso ma ormai archiviato da Roma, è toccato a Baretta tirare le somme e dare buone notizie. «I sindaci hanno posto problemi seri e condivisibili che comprendo – ha detto -. Ma ci sono le condizioni per un lavoro positivo. Il prossimo anno non faremo ulteriori tagli, è prevista la restituzione integrale della Tasi, e sul patto di stabilità rinvieremo pareggio di bilancio di un anno e consentiremo forme di allentamento del patto di stabilità, in particolare per la scuola e il dissesto idrogeologico. I sindaci sapevano che non saremmo arrivati qui con la valigetta dei soldi». Dal centrosinistra al centrodestra, opinione unanime è che questo non basti. «Sono molto deluso, reputo troppo intelligente Baretta per non aver capito qual è il focus delle lamentele dei Comuni – ha detto Paolo Galeano, di Preganziol -. Abbiamo già dato tanto, speravo in qualche cosa di più. Forse i tempi non sono ancora maturi». I leghisti hanno reagito con durezza. «Sono consapevoli della situazione, e quindi ci stanno insegnando ad appendere la corda all’albero per impiccarci» ha sintetizzato il sindaco di Morgano Daniele Rostirolla. Aggiunge Paolo Speranzon, di Motta: «Nessuno si sta prendendo impegni, è stato un incontro inutile. Non si capisce quali siano i margini per il prossimo anno, non c’è nulla di più di quello che sapevamo già prima. Siamo gli ultimi per trasferimenti dello Stato, e queste ingiustizie penalizzano i nostri cittadini». «Ho perso tre ore del mio lavoro di sindaco» ha sentenziato Marzio Favero, di Montebelluna. «Sta parlando chi non capisce niente delle difficoltà dei Comuni» si è aggiunto Roberto Bet di Codognè. E anche il sindacato è scettico: «Quando parli di difficoltà ma abolisci Imu e Tasi senza dare altre partite, è una strada molto stretta» ha chiuso il segretario della Cgil Giacomo Vendrame.
Silvia Madiotto
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