TREVISO Imprenditori e confindustrie territoriali, la partita è soprattutto vostra: fatevi avanti e date una mano per risolvere questa crisi senza precedenti del sistema bancario locale. Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, chiede al Veneto uno sforzo «di sistema» e invita le due (ex) popolari a «parlarsi. Non dico a fondersi, perché quando l’ho proposto sono stato coperto di critiche, ma a parlarsi. E con loro tutta la società veneta.
Onorevole Baretta, i malati sono gravi, e ora al capezzale arriva il fondo
Atlante. «Il primo obiettivo è la ricapitalizzazione, ed entrambe devono completare l’iter, questo è il passaggio indispensabile: il fondo Atalante sarà d’aiuto. Il deprezzamento del valore delle azioni è un problema serio per
gli azionisti (Atlante entrerà nella Popolare di Vicenza pagando dieci centesimi per azione, ndr), ma era nell’ordine delle cose. Poi, dopo le ricapitalizzazioni, si aprirà il grande risiko della fase due».
Secondo lei, in ottica fusioni, dove dovrebbero guardare le due ex popolari venete? Verona? Modena? Milano? «Non ho preclusioni in tema di alleanze che puntino al rilancio degli istituti, anche se forse sarebbero preferibili partner nazionali o comunque europei. Verona sembra trovare il suo assetto verso Milano, qui ora si pone un
problema di strategia complessiva. C’è un alto numero di piccole popolari che non rientrano nella riforma, ci sono le fondazioni che con le nuove regole possono entrare nel capitale, c’è sul piatto una riforma delle banche di credito cooperativo che sarebbe
auspicabile in Veneto potrebbero unirsi. Tutti questi elementi formano un quadro dinamico, impongono una riflessione su cosa sia oggi la finanza in Veneto. E richiedono
una strategia unitaria».
Una strategia e una regia? Chi, in caso, dovrebbe darla? «Istituzionalmente il compito toccherebbe alla Regione. Anche noi se serve siamo disponibili, nel rispetto dell’autonomia del sistema bancario. E poi ci sono le associazioni delle imprese».
Crede che le territoriali di Confindustria, quella regionale e le provinciali, dovrebbero avere un ruolo più diretto? «Secondo me sì, farei uno sforzo in questa
direzione. Qui c’è in ballo lo sviluppo dell’economia di tutto il Veneto. È un territorio che avverte la possibilità di uscire dalla crisi, che ha buoni segnali dall’export, ma rimane con un piede dentro e uno fuori dalla crisi. Serve una spinta, e il ruolo del sistema creditizio è fondamentale».
Alla guida delle due banche in questione ora ci sono due imprenditori. «L’intreccio c’è già, è evidente: è il momento per gli industriali di fare un salto di qualità in questa partita».
Una soluzione territoriale potrebbe essere quella di rispolverare l’ipotesi di fusione Vicenza Montebelluna? «Ho sostenuto questa tesi molti mesi fa ma sono stato molto criticato. Spero almeno che si parlino, in questo discorso di sistema».
Fabio Poloni
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