Azzardo, i punti gioco caleranno

Di seguito l’intervento del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, pubblicato dal quotidiano “L’Eco di Bergamo”.

È arrivato il momento di mettere ordine nel settore del gioco. Da un lato perché è cresciuta una sensibilità sociale che, giustamente, vuol combattere gli eccessi patologici derivanti dal gioco compulsivo; dall’altro perché stiamo parlando di un settore economico rilevante per le persone occupate, per la capacità produttiva e tecnologica, per i volumi finanziari. Lo Stato non può disinteressarsene ed ogni «inerzia» – come ha scritto don Re su L’Eco – è colpevole. Per questo il Parlamento ha dato incarico al governo di predisporre una riforma. Nella elaborazione che abbiamo preparato siamo partiti da tre presupposti: tutelare la salute pubblica, combattere l’illegalità, garantire le entrate. Il primo e principale punto si realizza, innanzi tutto, riducendo l’ offerta eccessiva nel territorio, togliendo dalla strada circa 100 mila «macchinette» e calmierando le sale giochi sulla base del numero degli abitanti adulti del territorio. Coerentemente con questo indirizzo nella legge di Stabilità il governo rinnova le concessioni per le scommesse, che scadono; ma lo fa per un numero inferiore di punti gioco (15 mila) rispetto alle 22 mila oggi operative (comprensivo di circa 5.000 irregolari). Questo il numero sul quale equivoca don Re. Nessuna sala scommesse aggiuntiva, dunque, anzi! A questa riduzione del numero dei punti gioco va aggiunto l’obbligo di collegare tutte le macchine Awp al server centrale in modo da evitare interventi  impropri negli impianti di gioco. Ma l’illegalità si combatte anche inasprendo i controlli, ma soprattutto stringendo le maglie dei permessi, ed è ciò che facciamo con l’obbligo di utilizzare, per tutti gli esercizi pubblici che prevedano qualsiasi forma di gioco (penso, in particolare, all’on line), l’articolo 48 del testo unico di polizia. Perché queste scelte siano davvero efficaci vanno condivise con gli enti locali ed è per questo che proponiamo un’intesa nella Conferenza Stato Enti locali che preveda il numero massimo delle sale giochi che possono agire nel territorio nazionale. Vi è un altro punto delicato che va risolto: la pubblicità. Diversamente dal tabacco, per il quale vige un divieto assoluto europeo, nei giochi vi è una ampia libertà di pubblicità. Ciononostante, personalmente penso che la pubblicità sui giochi andrebbe proibita o almeno molto limitata. In questa ottica di prevenzione sarebbe opportuno che la ludopatia avesse un’attenzione maggiore sia nelle risorse da stanziare (nella scorsa legge di stabilità abbiamo impegnato 50 milioni), sia nella scelta di inserirli nei Lea. Come si vede è un impegno rilevante quello che il governo propone a se stesso e agli operatori del settore e sociali. Un impegno che si fonda su una nuova sensibilità. Sono passati i tempi dello Stato biscazziere; lo sforzo che si sta facendo è quello di affermare una visione moderna e civica. Uno sforzo che merita il sostegno e la collaborazione di tutti coloro che hanno a cuore la legalità e la salute pubblica.

2015-11-17T12:55:22+01:00 17 Novembre 2015|News, Rassegna stampa|

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.