la sintesi del mio intervento al convegno “Le prospettive della finanza locale e la revisione del patto di stabilità per gli Enti Locali” di Anci Veneto, svoltosi questa mattina a Rubano (Pd).
“L’incontro di oggi è particolarmente importante perchè offre una preziosa opportunità di ascolto e di collaborazione. Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di incontrare anche i referenti di Anci nazionale, con cui abbiamo preso alcune decisioni operative: la proroga al 15 settembre della presentazione dei bilanci preventivi e la rimozione dell’ Imu dai beni strumentali dei comuni. Si tratta di due piccole decisioni che danno l’idea di come dobbiamo lavorare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, sapendo che proprio la natura particolare di questo Governo impone decisioni rapide: non avendo un termine formale di mandato, infatti, dobbiamo darci scadenze precise e operative. L’incontro a Roma e, oggi, qui a Padova non saranno casi isolati: vogliamo incontrare significative rappresentanze di Anci regionali e territoriali, perchè siamo convinti che solo la relazione diretta consente maggiori possibilità di costruire una concreta collaborazione.
Ma dobbiamo essere chiari: dal momento che non siamo usciti dalla crisi, il quadro complessivo finanziario è tale per cui non c’è spazio per tutto. Io considero giusta ogni singola richiesta: l’abolizione del’Imu, il no all’aumento dell’Iva, le agevolazioni fiscali per la ristrutturazione delle case e il risanamento energetico, il rifinanziamento della cassa integrazione guadagni… Se però sommiamo tutte queste legittime richieste è evidente che il quadro finanziario non tiene. C’è dunque una sola soluzione: dobbiamo scegliere.
Da qualsiasi punto la si affronti, la questione della revisione dell’Imu, che va fatta entro fine luglio, non può prescindere anche dalla Tares, inserendola in una riforma complessiva sulla casa. Ma questo pone un problema di copertura finanziaria. Collegato a questo appuntamento c’è poi il percorso accelerato, approvato dal Parlamento, per riprendere in mano la delega fiscale che era rimasta in sospeso.
Fatto ciò, bisogna occuparsi del patto di stabilità: un primo approccio diretto è venuto dallo sblocco di 40 miliardi per i pagamenti alle imprese, ma sappiamo che si tratta di meno della metà dei debiti della pubblica ammibistrazione, perciò entro il secondo semestre del 2014 andrà fatta una seconda “infornata” dello sblocco. Ma oltre a questo bisogna attivare due percorsi: dare ai comuni la libertà di intervenire in materia di dissesto idrogeologico e permettere loro di provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole. Queste due cose, salvo copertura finanziaria, sono fattibili.
È evidente, infine, che va ripreso in mano il federalismo fiscale, perchè è il punto su cui si possono dare risposte alla domanda di un’identificazione più chiara delle imposizioni nazionale e locale. Penso sia un terreno praticabile, perchè il lavoro fin qui fatto era condiviso.
Questi sono i principali step che ci attendono e che, lungo il percorso, andranno verificati. In questa direzione ci aiuta l’uscita dall’infrazione per debito eccessivo ottenuta dall’Ue”.
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