Il sottosegretario all’Economia e alle Finanze on. Pier Paolo Baretta ha partecipato oggi ad un incontro sul ruolo delle istituzioni nel contrasto del gioco d’azzardo nell’ambito della Settimana Democratica di San Donà di Piave. Insieme a lui sono intervenuti il sindaco di San Donà di Piave Andrea Cereser, la consigliera regionale PD Francesca Zottis e la segretaria metropolitana Gigliola Scattolin.
“In passato lo Stato aveva attuato una lotta alla criminalità organizzata, che è molto presente nel gioco d’azzardo, basata sul principio di allargare il gioco legale – ha esordito il sottosegretario Baretta –. Una strada giusta, che tuttavia aveva allargato la platea dei giocatori. Nel frattempo, è cresciuta una coscienza sociale, che ha rilevato come gli effetti di questa esagerata diffusione del gioco cominciassero ad essere preoccupanti per le loro conseguenze sociali, soprattutto con la crisi economica: si stima siano 700mila le persone attualmente colpite da ludopatia”.
“In questa situazione – ha proseguito –, molti enti locali si sono mossi seguendo una linea interessante ma, a mio avviso, non esaustiva: quella delle distanze dai punti sensibili, che producono come effetto lo spostamento del gioco. Per me era invece importante ridurre l’offerta. Abbiamo dunque attuato due provvedimenti: la riduzione del 35% delle slot, entro aprile del prossimo anno da 400mila a 265mila, abolendo completamente la loro presenza nei cosiddetti generalisti secondari (alberghi, rifugi alpini, spiagge) e riducendola drasticamente nei bar e nei tabacchi. Ma ciò non bastava: abbiamo anche pensato di ridurre a 55mila circa gli attuali 100mila punti gioco in Italia, in tre anni. Questo punto ha aperto una discussione con gli enti locali, chiamati a ridefinire le distanze affinché, soprattutto nelle grandi città, il provvedimento non finisca per spostare il gioco nelle periferie”.
“A ciò si si accompagna un intervento di salvaguardia della salute – ha aggiunto –: abbiamo stanziato 50 milioni distribuiti fra le Regioni da usare per piani di prevenzione e cura della ludopatia e stiamo chiedendo al Ministero della Salute di farsene carico. Inoltre abbiamo fatto un provvedimento che impedisce la pubblicità del gioco dalle 7 del mattino alle 22 di sera nei cosiddetti canali generalisti, ma si può fare di più. Va considerato inoltre che mentre per il tabacco c’è una legislazione europea che ne proibisce la pubblicità, non esiste una regola europea per il gioco. Infine, penso che lo Stato Italiano possa fare un ulteriore passo in avanti: nel patto con le Regioni abbiamo chiesto all’Agcom di agire con regole più ferree per controllare e prevenire. Insomma – ha concluso – abbiamo invertito la tendenza: fino a qualche anno fa l’approccio governativo riguardava il gioco per gli effetti finanziari e trascurava quelli sociali. Ora la priorità è la salute pubblica”.
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