VENEZIA – Grandi aspettative generano grandi delusioni. E dalla standing ovation rivolta a Matteo Renzi dagli industriali veneti durante l’assemblea congiunta di Confindustria Verona e Vicenza alle critiche degli artigiani (pubblicate nel sondaggio di ieri) c’è voluto un attimo. Giusto lo spazio di un luglio balordo che dovrebbe essere estivo e a tratti ha stupito ricordando novembre. «Più del clima, mi stupiscono i risultati del sondaggio diffuso martedì da Confartigianato – frena il sottosegretario con delega all’Economia, il veneziano Pierpaolo Baretta – proprio quelle stesse persone che parlano di “inefficacia delle misure del governo”, mi hanno detto in un incontro avvenuto circa venti giorni fa che c’erano delle criticità da superare, ma che stavamo lavorando bene».
Però sono passati venti lunghi giorni di crisi…
«Venti giorni in cui sono state fatte delle cose importanti. Il governo è tutt’altro che immobile».
Gli artigiani si lamentano del fatto che non avete ancora cominciato a mettere le mani sulla materia fiscale.
«Non è vero. Proprio un mese fa è stato presentato un decreto sulla semplificazione che risolve alcuni dei nodi che ci erano stati esposti dalle categorie dell’artigianato e della piccola impresa».
Può fare un esempio?
«Il Sistri. Gli artigiani e le aziende di piccole dimensioni sono state esclusi dal pagamento del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti e questo rappresenta un bel risparmio. E ricordo che Confartigianato a livello nazionale aveva manifestato soddisfazione per il provvedimento. Ma non solo. Abbiamo anche cominciato a ridurre il numero di pratiche aziendali richieste per tutta una serie di operazioni ed entro breve completeremo anche le riforme sul catasto che facilitano tutta una serie di procedure. A ottobre poi sarà presentata la legge di Stabilità».
Sistri a parte, come si traducono queste riforme nella quotidianità delle imprese?
«Con un numero: 52 miliardi di euro».
Cioé?
«Abbiamo trovato una soluzione all’annoso e vergognoso problema del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni stanziando 25 miliardi. E con la stabilizzazione del bonus per l’edilizia (la restituzione del 50% dei pagamenti per le ristrutturazioni) abbiamo fatto muovere 27 miliardi di euro nonostante la situazione di crisi. Da quando siamo in carica sono stati messi in moto più di 10 miliardi al mese».
Forse quei dieci miliardi non sono arrivati agli artigiani?
«Non è quello. Il vero problema è piuttosto quello della reciproca fiducia. Deve essere chiaro che il governo può fare delle cose, le sta facendo e deve farle. Ma non può da solo. Serve il concorso di tutti, c’è bisogno di un’accelerazione generale e collettiva. Purtroppo però c’è qualcuno, come ad esempio il governatore Luca Zaia, che invece di contribuire a rasserenare il clima sociale ed economico del Paese, spara bordate da campagna elettorale esasperata anche contro il bonus da 80 euro»
Ma non sarà mica colpa della Lega se gli artigiani si dicono sfiduciati…
«Se noi guardiamo solo il bicchiere mezzo vuoto non berremo mai niente. Sia chiaro che il presidente Renzi ha avuto attenzione per il Veneto fin da subito e che, anche se la situazione è ancora difficile, non ci sono gli estremi per essere sfiduciati, anzi»
Allora saranno i dati dell’Istat e della spesa pubblica che continua ad aumentare a scoraggiare gli artigiani.
«Eh no! La spesa pubblica non sta aumentando, sta diminuendo. Stiamo tagliando tredici miliardi di euro nonostante le resistenze da parte di molti interessi corporativi che riguardano anche alcune categorie».
Quindi non c’è proprio nessuna autocritica da parte del governo?
«Se la critica è che si deve fare di più non ci sottraiamo perché è un momento cruciale e dobbiamo lavorare bene, ma le generalizzazioni senza una discussione dei provvedimenti non servono a nessuno»
È un invito all’ottimismo?
«Sì. E non si tratta di un ottimismo inutile perché non c’è stata una sottovalutazione dei problemi da parte del governo, ma un’analisi attenta ».
Alessio Antonini
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