Banche venete, alcune risposte alle domande più frequenti

banche4Ha avuto luogo ieri, venerdì 21 luglio, in Villa Lattes a Vicenza, l’incontro sulle banche popolari venete organizzato dal Circolo Fratelli Rosselli – Sezione Veneto e moderato dal presidente Paolo De Zen, con il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta, il docente di Scienza delle finanze all’Università di Padova Luciano Greco, l’editore di VeneziePost Filiberto Zovico. “Vicenza ha diritto di parlare liberamente e direttamente con chi ha delle responsabilità – e c’è chi se le assume, come noi, come me – sulla vicenda , delicata e complessa, delle banche venete, sulla quale la vostra città e il nostro Veneto hanno pagato prezzi rilevanti. – ha esordito il sottosegretario Baretta – Le responsabilità sono note: degli amministratori e di chi li ha sostenuti e coccolati e nessuno di questi – politici, imprenditori, società – può alzare la mano e scagliare la famosa prima pietra… banche3Il vero primo errore che è stato fatto in questa storia, e che sta all’origine della truffa, è quello di far credere alla gente che comprare le azioni fosse come tenere i soldi nel conto corrente, o meglio: sotto il materasso! Una confusione colpevole, voluta (abbiamo imparato tutti cosa vuol dire “baciate”)”. Nel corso del confronto, allargatosi fuori dalla sala, con un gruppo di soci, il sottosegretario Baretta ha risposto alle domande dei tanti intervenuti per avere chiarimenti sulle scelte del Governo. Eccone  alcune, tra le più significative.

banche2Perché non è stata attuata la ricapitalizzazione precauzionale, come per Monte Paschi?

Perché da un mese, o un mese e mezzo, stavamo cercando nel mercato privato un miliardo per consentire l’intervento dello Stato. Ma né le banche né gli imprenditori hanno voluto contribuire. Se l’operazione fosse andata a buon fine, lo Stato sarebbe diventato azionista di maggioranza. In assenza di questa prospettiva, posti di fronte al rischio reale del fallimento degli istituti, lo abbiamo scongiurato attraverso la liquidazione coatta: far fallire le due banche sarebbe stato irresponsabile per il territorio veneto. Resto convinto che è stata persa una occasione, soprattutto dalla imprenditoria veneta.

Come è intervenuto lo Stato?

Impedendo il fallimento che avrebbe avuto una conseguenza drammatica per la economia veneta. L’operazione si distingue in due parti: quello che viene dato a Intesa (i depositi e le attività) e quello che resta alla società in liquidazione coatta. I crediti deteriorati saranno inseriti in una società ad hoc, interamente pubblica , Sga, che gestirà la ricollocazione degli Npl con l’obiettivo di ricavarne 9,6 miliardi. Il risultato finale dovrebbe consentire di ottenere 1 miliardo con il quale attivare ulteriori indennizzi. banche-1

Quali sono le conseguenze per correntisti, obbligazionisti, azionisti e dipendenti?

I correntisti sono salvaguardati in pieno (si è scelto di non applicare il bail-in: sarebbe stato ingiusto far pagare tutti i risparmiatori per responsabilità non loro), come anche gli obbligazionisti senior. Gli obbligazionisti non senior hanno per buona parte un rimborso (per l’80% dallo Stato, per il 20% da Intesa, in totale del 100%. Gli azionisti che non hanno fatto transato qualche mese fa hanno di fronte a sé due strade: o insinuarsi nel fallimento e diventare chirografari; o accedere all’arbitrato, che è aperto, e che Consob ha confermato. È inoltre stata evitata qualsiasi conseguenza sui dipendenti: non ci sarà nessun licenziamento.

Perché i correntisti e gli obbigazionisti hanno una protezione maggiore degli azionisti?

Gli azionisti hanno una condizione contrattuale diversa da quella di correntisti e obbligazionisti. Il possesso di azioni in generale comporta maggiore rischiosità. È risaputo e vale per tutte le azioni di qualsiasi società. Il problema, in questo caso, è che molti non erano informati e sono stati indotti a comprare azioni con sistemi scorretti. Inoltre provenivano da una cooperativa. Ebbene, tutti i possessori di azioni che ritengano in buona fede di aver subito un trattamento illegale o fraudolento debbono potersi tutelare. Nella fattispecie: o insinuandosi nella liquidazione o accedendo all’arbitrato.

Saranno tassati gli indennizzi?

No, gli indennizzi non sono tassabili: abbiamo fatto tutti gli accertamenti con l’Agenzia delle Entrate. Ciò verrà inoltre chiarito attraverso un’apposita circolare.

Ci sarà una revocatoria?

C’è un impegno affinché non ci sia una revocatoria. Non si può cambiare il Codice Civile, che la prevede; ma il liquidatore deve assicurare che ció non avverrà.

La giustizia sta facendo il suo corso?

Sì. La magistratura deve intervenire e lo sta facendo. Stiamo inoltre chiedendo agli organi competenti di aumentare gli organici, soprattutto a Vicenza e a Treviso, per avere personale in grado di affrontare la massa dei ricorsi.

Ci sono responsabilità dei controllori?

Sono evidenti anche responsabilità dei controllori; non tanto nell’analisi (relazioni, in tal senso, ci sono),quanto, direi, nel non aver preso le conseguenti decisioni, rispetto a quelle analisi. Ma su questo punto, come su altri di questa dolorosa vicenda, è stata istituita, anche su sollecitazione del Governi, una Commissione Parlamentare d’inchiesta, che finalmente è stata approvata e pubblicata in gazzetta ufficiale pochi giorni fa.  

È vero che il decreto congela le cause civili e che impedisce di intentare nuove cause di insinuazione alla banca, consentendo solo l’insinuazione al passivo?

In caso di liquidazione, poiché l’impresa in questione (in questo caso le due banche) sparisce, le cause intentate non sono più valide, in quando dirette contro un soggetto verso un soggetto che non c’è più. Il decreto, però, non impedisce assolutamente che azionisti e risparmiatori si insinuino nel fallimento.

Perché lo Stato non è intervenuto due anni fa?

Due anni fa le banche stavano già fallendo e c’è stato l’intervento di Atlante per impedirlo.

Perché si sostiene che l’operazione costa  17 miliardi?

Non è così! L’operazione costa poco più di 5 miliardi. Si arriva a 17, come cifra di totale cautela, considerando le garanzie massime messe a disposizione. Ma, si sa che la garanzia non vale mai la cifra che si intende garantire.

Quali misure verranno attuate per le condizioni disagiate?

Non tutti siamo uguali e c’è una scala di priorità, per questo è opportuno attivare un fondo che dia risorse alle persone che versano nelle condizioni più disagiate. Inoltre il governo intende redistribuire ciò che alla fine rimarrà in attivo degli Npl, sotto forma di indennizzi.

Perché è necessario approvare in fretta il decreto?

Pur nella comprensibile rabbia di coloro che sono rimasti truffati dagli istituti bancari, noi dobbiamo garantire che, imtanto, il decreto venga approvato il più rapidamente possibile  per dare garanzie al territorio. Ma la approvazione rapida del del decreto non conclude il lavoro, che dobbiamo continuare, per dare più soluzioni possibili ai problemi esistenti.

2017-07-22T11:38:24+02:00 22 Luglio 2017|Comunicati stampa, In evidenza, News, Notizie dal Veneto|

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