Il clima di scetticismo, quando non di aperto contrasto, che si respira attorno alle banche venete, tra accuse incrociate e disimpegno, rischiano di far saltare la ricapitalizzazione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. A dirlo è il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.
C’è un Veneto che tifa bail-in. O che rischia di apparire tale agli occhi dell’Europa, «dove leggono i giornali, eccome» avverte il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta e dove qualcuno potrebbe approfittare dell’eterno litigare lungo l’asse Venezia-Roma per far fallire Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il riferimento, nient’affatto velato, è a Luca Zaia e all’intervista che il governatore ha rilasciato domenica al Corriere del Veneto. Ma non solo. Baretta guarda anche agli imprenditori di qui e, più in generale, al «Sistema Veneto» che non sembra voler giocare davvero, fino in fondo, la partita dei due istituti di credito impegnati in una faticosa risalita dal baratro. «In Europa qualcuno potrebbe domandarsi: ma se il Veneto non vuol salvare le sue banche, dobbiamo pensarci noi?». La risposta vien da sé e suonerebbe più o meno così: game over.
Sottosegretario, Zaia vi accusa di non fare abbastanza per le ex popolari venete, sul piano economico, col rafforzamento del capitale, e politico, battendo i pugni a Bruxelles.
«Siamo al ridicolo, Zaia dice cose che non stanno né in cielo né in terra, false. Uno: tramite Atlante abbiamo salvato le banche dal fallimento. Due: abbiamo preteso e poi favorito le operazioni di rimborso a favore dei risparmiatori. Tre: abbiamo coperto le garanzie quando sono stati emessi i bond. Quattro: siamo pronti a ricapitalizzare le due banche con un pacchetto cospicuo di miliardi (si parla di 4,7 miliardi sui 6,4 necessari, ndr.). La domanda semmai è un’altra: la Regione vuol fare la sua parte o continuerà a lasciarci soli?».
Zaia dice che la Regione non ha competenze in materia bancaria e che tentare di coinvolgere Palazzo Balbi, a più riprese, è solo un modo per scaricare le vostre responsabilità.
«Guardi, Zaia in questi anni ha sostenuto le giunte compromesse col sistema degli affari; sono dentro fino al collo nella finanza e nelle banche, popolari e non, la cui crisi non vede di certo estranea la maggioranza politica che ha governato il Veneto. Zaia non è proprio quell’osservatore neutrale e al di sopra della parti che tenta sempre di fare».
Ma la Regione, concretamente, come potrebbe scendere in campo secondo lei?
«Veneto Sviluppo, la finanziaria regionale, potrebbe partecipare attivamente alla ricapitalizzazione o quanto meno farsi parte diligente nella ricerca di capitali privati, diventare un polo aggregante grazie al suo ruolo istituzionale».
Ma lei davvero pensa che, in questo momento, ci siano imprenditori disponibili a mettere i loro soldi in Veneto Banca e Popolare di Vicenza?
«Non vivo sulla luna, conosco la situazione economica del Paese e del Veneto e so che ci possono essere occasioni migliori sul mercato. Ma attenzione: lo Stato è pronto a entrare nel capitale e a risanare i due istituti. Fatto questo, uscirà di scena. Quando ciò accadrà, ci sarà qualcuno pronto a subentrare? Io penso che si debba fare adesso un investimento di prospettiva, con lungimiranza. Poi certo, se nessuno pensa ne valga la pena… E però se qui pensiamo, dal governatore della Regione in giù, che non ne valga la pena, perché dovrebbe pensarlo l’Europa? Perché dovrebbe dire sì alla ricapitalizzazione che abbiamo proposto?».
Vien da pensare che la trattativa con Bruxelles riguardi ben altro, o no?
«Con l’Europa è in corso un negoziato difficile, mi pare evidente, che non coinvolge solo le banche venete ma pure Montepaschi. Ma l’atteggiamento del territorio è fondamentale per la buona riuscita della trattativa, scherziamo? Secondo lei a Bruxelles ci daranno ascolto se continueranno a leggere sui giornali che il Veneto è scettico o peggio ostacola l’operazione? Che il governo è solo? Zaia lo capisce o vuol spendere altri 14 milioni per chiedere ai veneti: vuoi salvare le banche venete, sì-no? La smetta di fare lo spettatore, diventi attore».
La disamina di Zaia, a tratti spietata, non era però poi così lontana dalla realtà, non crede?
«Di realismo si muore e qui rischia di morire il Veneto. Voglio essere ancora più chiaro: in Europa c’è chi sostiene il bail-in e prende molto seriamente in considerazione l’ipotesi che le banche possano – e in alcuni casi debbano – fallire. Ecco, io credo che leggendo i giornali in questi giorni quel qualcuno abbia trovato nuove e interessanti ragioni per sostenere le sue tesi quando sarà il momento, ai tavoli che contano».
Atlante potrebbe partecipare alla ricapitalizzazione?
«Atlante sono le banche italiane e le banche italiane hanno già messo molti soldi nelle ex popolari venete. La domanda, se vuole, è sempre quella: perché dovrebbero continuare a mettere soldi tutti meno che i veneti? I risparmiatori, aderendo al 70% alla transazione che pure non era così entusiasmante, hanno dato prova di responsabilità e attaccamento alla banca ben superiori a quelli che sta dando l’imprenditoria veneta».
A proposito della transazione, è vero che i rimborsi saranno tassati? Certo sarebbe una tragica beffa per i risparmiatori.
«Ho fatto le mie verifiche in queste ore, la notizia è totalmente infondata. Giuridicamente il rimborso si qualifica come indennizzo e, in quanto tale, non è soggetto a tassazione».
(Marco Bonet)
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