“Alla luce di vicende come l’elezione americana e il voto sulla Brexit, dello scenario con un’eventuale vittoria di Le Pen in Francia e dei 5 Stelle in Italia, e del diffondersi sempre più ampio in Europa di movimenti dalle tendenze illiberali, che propongono risposte semplici ma dalla difficile applicazione pratica, la sensazione è che se oggi c’è ancora uno spettro che si aggira per l’Europa, quello si chiama populismo“.
Inizia con queste parole l’articolo di Formiche dedicato al convegno “Dal populismo al buon governo. Restituire dignità alla politica”, organizzato dall’Associazione per il Riformismo e la Solidarietà in collaborazione con Comin&Partners, che si è tenuto ieri pomeriggio presso il Centro Studi Americani. Occhetta, Sereni, Baretta: è attraverso i loro interventi che il giornalista Federico Gnagni ricostruisce un intenso pomeriggio di dibattito in cui politici, studiosi, giornalisti hanno affrontato le difficili sfide poste dalla crisi economica e sociale alle forze politiche.
A confrontarsi nella tavola rotonda che ha aperto l’iniziativa sono stati Marina Sereni (vice presidente della Camera dei Deputati), Ernst Hillebrand (direttore della Fondazione Ebert Stiftung), Paolo Feltrin (docente di Scienza dell’amministrazione eanalisi delle politiche pubbliche presso l’Università di Trieste), Gianluca Comin (docente di Strategie di comunicazione presso la Luiss e fondatore di Comin & Partners) e Francesco Occhetta (scrittore Civiltà cattolica). A moderare il dibattito Pietro Del Soldà (conduttore di “Tutta la città ne parla”, Rai Radio 3).
Le conclusioni sono state del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta.
“L’immediatezza della comunicazione moderna – ha affermato il sottosegretario – rischia di tralasciare le visioni di medio periodo, che richiedono risposte strutturali”. E “il meccanismo per cui il popolo premia chi promette di più è perverso. È una condanna a priori, per cui il leader che vince è costretto a tradire”. Elemento che porta il sottosegretario ad attestare la necessità di “un riposizionamento netto dei valori di fondo in cui crediamo”: “bisogna proporre solidarietà e senso di comunità in maniera radicale, accompagnati da una forte visione riformista”.
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