Presentata la nuova moneta da 2 euro dedicata al 400° anniversario del completamento della Basilica di San Marco

000-a-a Si è svolta questa mattina a Venezia la presentazione della nuova moneta da 2 euro, dedicata al 400° anniversario del completamento della Basilica di San Marco. All’evento, organizzato dal Primo Procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin e dal Presidente della Fondazione Studium Generale Marcianum Roberto Costa, sono intervenuti il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta, il vicesindaco di Venezia Luciana Colle, l’Assessore alla Cultura della Regione Veneto Cristiano Corazzari, l’Amministratore Delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Paolo Aielli, il Proto Emerito di San Marco Ettore Vio e il Patriarca di Venezia, S. E. Francesco Moraglia.

La moneta da 2 euro, che ha corso legale dal 27 gennaio scorso, verrà prodotta in 1.500.000 pezzi per un controvalore di 3.000.000 di euro. A questi si aggiungono 8.000 monete in versione proof, ovvero da collezione, per un valore nominale di 16.000 euro.

“Una moneta rappresenta un valore ed un simbolo – ha dichiarato il sottosegretario Pier Paolo Baretta –. Viene realizzata per essere scambiata. Una moneta “circola”, genera incontri, crea relazioni… Ebbene, attraverso questa moneta circolerà, in Italia e in Europa, il nome di Venezia e il nome di San Marco. Indissolubilmente legati, come è giusto, come è naturale che sia. Chi può immaginare, infatti, Venezia senza San Marco e viceversa? Non mi riferisco soltanto al significato storico ed architettonico; pur molto importanti, data la ricchezza del patrimonio artistico – di cui proprio la basilica di san Marco, raffigurata nella moneta, è stupefacente testimonianza – e della eredità  storica di cui siamo eredi, custodi e valorizzatori; ma a quello culturale e spirituale”.

000-b-a“Un importante compito che la numismatica assolve fin dalla prima moneta emessa è proprio quello di diffondere un messaggio sociale, culturale, spirituale o politico che arriva a noi con la forza del segno inciso, lo splendore di un fondo specchio, il potere evocativo di un’immagine – ha spiegato l’Amministratore Delegato dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Paolo Aielli –. Tutto questo anche grazie alla grande tradizione artistica dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ancora oggi tramandata alle generazioni future da una realtà unica al mondo come la Scuola dell’Arte della Medaglia e alimentata ogni giorno dallo Studio Incisione della Zecca grazie ad artisti di grande maestria come l’autrice di questa moneta, Luciana De Simoni. A lei va il merito di essere riuscita a raffigurare nello spazio ridotto di una moneta la straordinaria ricchezza di elementi architettonici che fanno della splendida facciata della Basilica di San Marco un capolavoro di armonia di stili, opera della mano sapiente di artisti diversi e di diverse origini”.

schermata-2017-03-24-alle-16-13-23Nel dritto si può osservare la facciata della Basilica di San Marco, perfetto esempio di architettura bizantina, la cui costruzione iniziò nel 1063 nel luogo ove nel IX secolo era stata costruita una cappella per accogliere e venerare le spoglie di San Marco traslate a Venezia da Alessandria d’Egitto. In esergo, “1617” e “2017”, rispettivamente anno di completamento della Basilica e anno di emissione della moneta, poste ai lati del monogramma “RI” della Repubblica Italiana; in basso, la scritta “SAN MARCO”; a destra “LDS”, iniziali dell’autore Luciana De Simoni; in alto, la scritta “VENEZIA” e “R”, identificativo della Zecca di Roma; nel giro, le dodici stelle dell’Unione Europea.

“Venezia e San Marco, insieme, sono il simbolo di una civiltà che, per secoli, ha proposto un modello di buon governo, di relazioni, di convivenza – ha proseguito il sottosegretario Baretta –. Non ci nascondiamo, di certo, gli aspetti problematici  che accompagnano alcuni passaggi di questa grande vicenda; ma, non ai nostri occhi parziali di veneziani, ma a quelli severi della storia e a quelli smaliziati del mondo, il messaggio positivo prevale, di gran lunga, sulle contraddizioni. Un messaggio che è anche attuale oggi, in un’epoca globale, dove i muri sembrano sostituirsi ai ponti; dove l’integrazione lascia il passo alla esclusione, dove si riduce la povertà assoluta, ma si allargano le disuguaglianze. Sono le “periferie esistenziali” di cui parla Francesco, le terre lontane che rinunciamo a visitare”.

“Venezia e san Marco insieme – ha concluso –  non ci parlano, nella loro storia, di “decadenza”, di rinuncia; ma di coraggio di intraprendere sempre il viaggio, di ripartire per conoscere, condividere. Ci parlano di riuscita, di  rinascita, di crescita”.

 

 

 

2017-03-25T14:28:59+01:00 25 Marzo 2017|Comunicati stampa, In evidenza, News, Notizie dal Veneto|

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