VENEZIA Ora è nero su bianco, con il timbro della Repubblica Italiana. Il sostegno dello Stato alle vittime delle calamità naturali, che nello scorso triennio avevano messo in ginocchio diverse parti del Veneto, è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, nella delibera del Consiglio dei ministri che assegna 31 milioni per i danni subiti dai privati, secondo un’intesa che sarà firmata oggi dal governatore Luca Zaia. «Ma il pressing continua», annuncia la Regione, visto che lo stanziamento copre solo una parte del fabbisogno e peraltro nemmeno tutti i disastri: l’elenco comprende infatti meno di metà delle perdite patite con le tragedie della Riviera del Brenta e del Cadore nell’estate del 2015, nonché con il maltempo nell’inverno del 2014 e con le alluvioni nella primavera del 2013, ma neanche un euro per la sciagura del Molinetto della Croda di cui è stato appena commemorato il secondo anniversario.
Il provvedimento licenziato dal governo fa riferimento a tre dichiarazioni dello stato di emergenza. La principale è quella che nel 2015 aveva accorpato il tornado di Dolo, Pianiga e Mira dell’8 luglio alle frane di San Vito, Borca, Vodo, Cortina d’Ampezzo e Auronzo del 4 agosto. Le altre due si riferiscono alle avversità atmosferiche che avevano bersagliato pressoché tutte le province venete fra il 30 gennaio e il 18 febbraio 2014 e fra il 16 e il 24 maggio 2013. La ricognizione effettuata dal commissario delegato Alessandro De Sabbata aveva accertato i danneggiamenti subiti dalle famiglie e dalle imprese, così rispettivamente quantificati: 36,8 e 15,4 milioni nel 2015; 20,9 e 10,9 nel 2014; 4,8 e 7,4 nel 2013, per un totale che supera i 96 milioni.
Per il momento Roma ha deciso di porre una serie di tetti ai risarcimenti: verrà coperto il 50% dei danni complessivi, gli immobili classificati come «prima casa di proprietà» saranno ristorati fino all’80% e le aziende verranno indennizzate fino al 50%. Ma mentre per i privati cittadini la liquidazione scatterà già nel 2016, per le attività produttive slitterà al 2017, in quanto i prossimi mesi saranno ancora necessari per avviare le procedure amministrative. La somma di queste limitazioni si tradurrà così nell’erogazione, per il momento, di non più di 31 milioni: circa 18,4 per la Riviera e il Cadore e suppergiù 12,5 per le altre zone.
Ma a Venezia ce n’è abbastanza per esultare comunque. «Finalmente il pressing della Regione Veneto ha fatto breccia — gongola Zaia — e Roma comincia a pagare le spese per la ricostruzione. Dopo la stagione degli “zeri” assoluti, ora cominciamo a vedere la solidarietà del Paese. Dopo tante promesse, questa è la prima tornata di fondi statali per le grandi emergenze destinata al Veneto, dopo gli aiuti stanziati per l’alluvione del 2010 che ha messo in ginocchio il Veneto centrale». Domani Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione civile, incontrerà i sindaci di Dolo, Mira e Pianiga («Vogliamo capire le modalità operative di accredito dei fondi», dice il mirese Alvise Maniero). «Ma continuerò a fare il cane da guardia e a vigilare — promette Bottacin — perché il conto totale ammonta a centinaia di milioni. Saremmo stati ancora più contenti se fossero stati previsti anche i soldi per il Molinetto, ma non disperiamo».
La prima cittadina Loredana Collodel prende atto della mancata citazione di Refrontolo: «Mi informerò per approfondirne i motivi». Ma lo scontro fra Pd e Lega si rinfocola. «Non abbiamo avuto bisogno di “cani da guardia”, né di “pressing” — afferma Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia — abbiamo semplicemente fatto quello che i cittadini si aspettavano dal governo. Ora serve vera collaborazione istituzionale per gestire al meglio la erogazione». All’attacco pure la senatrice Laura Puppato: «Il plafond veneto non è frutto di sollecitazioni ma di una corretta suddivisione tra gli aventi diritto. Se non c’è Refrontolo la colpa è della Regione, che irresponsabilmente non ha prodotto i documenti per la dichiarazione dello stato di emergenza se non sei mesi abbondanti dopo l’accaduto». Anche il segretario regionale Roger De Menech punge Zaia: «Vuole forse farci credere che senza i suoi lamenti Parlamento e governo non avrebbero stanziato i fondi di ristoro per i danneggiati? ».
Angela Pederiva Nicola Zanetti
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