VENEZIA – «Finalmente il pressing della Regione Veneto ha fatto breccia e Roma comincia a pagare le spese per la ricostruzione». E’ il commento del presidente della Regione Veneto Luca Zaia alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della delibera del Consiglio dei ministri che dà copertura al 50 per cento dei danni causati dagli eventi calamitosi che si sono verificati in Veneto dalla primavera 2013 ad agosto 2015, in particolare il tornado sulla Riviera del Brenta e le frane in Cadore. Ma il Pd gli risponde a stretto giro di posta: «Non è certo merito suo, è uno stanziamento dovuto che consegue alla legge di stabilità». E così un’occasione per festeggiare i primi risarcimenti ai veneti naufraga nelle polemiche. Nel Pd, per la verità, ci sono toni diversi. Il sottosegretario Pier Paolo Baretta si limita a dire: «non abbiamo bisogno di cani da guardia, piuttosto c’è bisogno di collaborazione istituzionale». Più duro il segretario veneto Roger De Menech: «Nel tentativo del presidente della Regione di arrogarsene i meriti c’è purtroppo tutta l’inconsistenza della sua amministrazione. Vuole forse farci credere che senza i suoi lamenti Parlamento e governo non avrebbero stanziato i fondi di ristoro per i danneggiati?». E Laura Puppato fa notare che dai fondi mancano quelli per la tragedia del Molinetto della Croda di Refrontolo perché «la Regione irresponsabilmente non ha prodotto i documenti per la dichiarazione dello stato di emergenza se non sei mesi abbondanti dopo l’accaduto, dopo mia sollecitazione». In ogni caso, l’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin domani incontrerà i sindaci di Dolo, Mira e Pianiga per fare il punto sulle modalità operative. Nel frattempo Zaia ha firmato la dichiarazione di stato di crisi per il maltempo di venerdì scorso nel Coneglianese.
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