Un altro colpo è andato a segno, nella notte tra lunedì e martedì grazie al lavoro dei parlamentari veneziani. La Commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento Mognato-Martella, Murer, Zoggia (tutti deputati Pd) attraverso il quale si concede ai Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità nel 2015 di poter assumere almeno le maestre dei nidi e delle scuole materne.
Una conquista importante, dal momento che le maestre vengono assunte di anno in anno con contratto a tempo determinato e che, negli ultimi mesi, alcuni asili hanno dovuto chiudere anzitempo a causa di malattie e di sostituzioni che a causa dei divieti imposti dalla normativa sul patto di stabilità non potevano essere effettuate. Adesso il Comune potrà procedere a contattare le maestre e predisporre i contratti, in modo da cominciare il prossimo anno scolastico senza patemi.
«Questo è il risultato positivo del voto in Commissione bilancio sul decreto enti locali – commenta soddisfatto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta – del quale beneficia più di altri anche il Comune di Venezia».
«È il frutto di un lavoro di squadra – gli fa eco il deputato Michele Mognato – oltre che del sottoscritto dei parlamentari Andrea Martella, Delia Murer, Davide Zoggia del Pd, di Giulio Marcon di Sinistra Italiana, Oreste Pastorelli del Psi e del sottosegretario Baretta. Pur non rispondendo a tutte le aspettative dei lavoratori del Comune, mi pare, date le condizioni nazionali e locali, un buon risultato».
Il problema più grosso ora riguarda i lavoratori precari del Comune, per i quali la questione rimane aperta. Il relativo emendamento è stato infatti accantonato dal Governo, come lo era quello delle maestre, a dire il vero, e potrebbe essere rispolverato e presentato dall’Esecutivo in sede di discussione in aula.
Mognato, che è sempre stato pacato in questi mesi, si lascia sfuggire una nota polemica all’indirizzo del sindaco e del suo comportamento anche in relazione con gli organi dello Stato. Per il deputato (e per anni vicesindaco della città) parte della responsabilità per la mancata piena soddisfazione delle aspettative di Venezia sarebbe da attribuirsi proprio a Brugnaro.
«In tutta questa vicenda – annota Mognato – pesano le contraddizioni, l’inaffidabilità e la confusione che fa il sindaco Brugnaro. Con le sue affermazioni del tipo “Ora vi spiego io come funziona…” e senza il rispetto degli interlocutori chiunque essi siano, non fa il bene della città ma solo prove muscolari da cui non sempre si esce indenni».
Infatti, Venezia indenne non ne è uscita da questa storia, poiché le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità 2015 rimangono nonostante le richieste formali presentate spiegando che i crediti non riscossi su Stato e Regione avrebbero tranquillamente potuto coprire il saldo negativo. E non è servita, al momento, neppure la molteplice presentazione del dossier sugli extra costi sostenuti da Venezia rispetto agli altri Comuni italiani per svolgere i servizi fondamentali che le competono.
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