“Salva Venezia” legato alla benevolenza di Renzi (Nuova Venezia)

salva venezia ppbVENEZIA Il clima è cambiato tra il Governo e Venezia, tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sindaco Luigi Brugnaro. Ci sarebbe anche questo – si mormora a bassa voce – nella decisione del Governo di rinunciare quest’anno al «Salva Venezia», non prevedendo alcun provvedimento per sanare le sanzioni derivanti dallo sforamento del Patto di Stabilità 2015 per circa 18 milioni di euro da parte del Comune di Venezia. Un “freddo” improvviso – dopo il feeling mostrato in diverse occasioni pubbliche anche in laguna – che spiega indirettamente anche come in precedenza i due membri veneziani del Governo (il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta soprattutto, ma anche il viceministro dello stesso dicastero Enrico Zanetti) si fossero spinti sino a dichiarare come molto probabile un decreto antisanzioni, esteso anche ad altri Comuni in difficoltà. E ora, invece, si lascia solo al dibattito parlamentare la possibilità di emendamenti antisanzioni che il Governo dovrebbe poi accogliere. Ma, anche qui, senza alcuna certezza. «C’è solo il decreto che riguarda le Città Metropolitane e le province che le mette al riparo dallo sforamento del Patto di Stabilità» conferma Baretta «ma non ci sarà un provvedimento specifico per i Comuni. Stiamo valutando quanto sono quelli che, come Venezia, hanno sforato il Patto e poi, in sede parlamentare, anche in base agli emendamenti presentati si valuterà. Venezia ha dal suo punto di vista la caratteristica della specialità, normata appunto dalla Legge Speciale per Venezia e che in passato ha già consentito di rientrare dalle sanzioni per lo sforamento del Patto». Baretta ricorda anche che nel decreto che riguarda le Città Metropolitane c’è un articolo che prevede la deroga per l’assunzione di maestre di asilo e materne. Ma, secondo i sindacati e anche gli stessi parlamentari veneziani del Pd non si potrebbe applicare al Comune di Venezia per lo sforamento del Patto perché non entrerebbe in vigore da subito ma solo a fine anno. Troppo tardi per “salvare” le maestre precarie veneziane e anche la regolare apertura delle scuole. Tutto, dunque, viene affidato ora all’azione dei parlamentari, sperando nella benevolenza del Governo. «Presenteremo sicuramente nel più breve tempo possibile gli emendamenti pro Venezia per lo sforamento del Patto di Stabilità 2015, agganciandoli al decreto sugli enti territoriali» commentano Davide Zoggia e Michele Mognato «e sperando di farli approvare. Certo se fosse stato il Governo a presentare già un proprio provvedimento o un emendamento al decreto, tutto sarebbe stato più semplice». I parlamentari veneziani si confronteranno sulla situazione del possibile Salva Venezia in aula, nell’assemblea generale dei dipendenti comunali convocata dai sindacati per lunedì in Sala San Leonardo. Un’assemblea che si preannuncia molto calda, perché il livello di esasperazione dei comunali dopo la rottura delle trattative con la Giunta e il rifiuto di erogare a tutti la parte stabile dei premi di produttività – circa 2 milioni di euro – è sempre più alto. Resta l’ottimismo, almeno a parole del Comune – testimoniato dalle recenti dichiarazioni dell’assessore al Bilancio Michele Zuin – sul fatto che il Governo alla fine dia una mano a Venezia sulle sanzioni per lo sforamento del Patto. Ma l’impressione è che se salvataggio parlamentare sarà, dovrà essere per tutti i Comuni inadempienti e non solo per Venezia, in nome della sua specialità.

2016-06-30T10:20:21+02:00 30 Giugno 2016|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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